«Finita l’emergenza, saremo migliori» …dicevano
Le “frustrazioni”, la “mancanza di prospettive lavorative” e “il senso di precarietà a cui la quotidianità ci obbliga” sono spesso causa di atteggiamenti incontrollabili e violenti. Alcuni casi di cronaca.
Durante il lockdown, secondo i dati del Viminale, si è registrato il 61% di reati in meno: l’emergenza sanitaria provocata dal Covid19, tra il 1° marzo e il 10 maggio 2020, ha fatto censire “solo” 175.683 reati, contro i 447.537 del 2019.
Tuttavia, così come rilevato dal Viminale, all’indomani dell’analisi, si tratta di «dati non ancora consolidati». Le “frustrazioni”, la “mancanza di prospettive lavorative” e “il senso di precarietà a cui la quotidianità ci obbliga” sono spesso causa di atteggiamenti incontrollabili e violenti. Nelle ultime settimane, complice l’andamento altalenante dei numeri sulla pandemia, i reati e la violenza sembrano dilagare nel nostro Paese.
A Colli Portuensi, nei giorni scorsi, una giovane maestra di scuola materna, nonostante le rassicurazioni della famiglia e del medico, si è lanciata dal quinto piano della sua abitazione perché era convinta di avere il Covid.
L’uccisione di Willy Monteiro Duarte, 21 anni, a Colleferro ha creato sgomento nell’opinione pubblica. L’omicidio si sarebbe consumato a causa di uno sguardo di troppo ad una ragazza: Willy è intervenuto in una rissa tra branchi per difendere un amico ed è morto. Il branco inferocito non avrebbe gradito la sua intromissione. Gli «aggressori che gli salivano sul corpo quando era ormai inerme», avrebbero ucciso Willy con «una serie di colpi ripetuti». I membri del branco – tra l’altro già conosciuti dalle forze dell’ordine per altre risse e spaccio di droga - sono: i fratelli Bianchi, Gabriele, 26 anni e Marco, 24 anni; Mario Pincarelli, 22 anni e Francesco Belleggia, 23 anni, che ha ottenuto gli arresti domiciliari.
Le indagini sul feroce pestaggio sono aperte e mentre continuano ad emergere dettagli più o meno rilevanti sulla vita dei fratelli Bianchi & Co – l’ultima notizia è quella secondo cui il branco avrebbe percepito indebitamente ben 33mila euro di reddito di cittadinanza, nonostante uno stile di vita tra vizi e lusso - Willy è comunque morto, ucciso dalla ferocia incontrollata, di chi in preda alla rabbia, perde l’umanità.
L’omicidio di Maria Paola Gaglione a Caivano ha dimostrato come l’omofobia e la transfobia siano ancora, per molti, una realtà; soprattutto se il soggetto verso cui si consuma il pregiudizio è un membro della propria famiglia. Nella notte tra venerdì 11 e sabato 12 settembre in provincia di Napoli, Maria Paola Gaglione, 18 anni, è morta dopo essere caduta dal motorino insieme al suo ragazzo transgender, Ciro Migliore, a causa dello scontro con lo scooter guidato dal fratello, Michele Gaglione, 30 anni. Secondo la ricostruzione della procura di Nola, lo scontro non sarebbe stato un incidente: Michele Gaglione avrebbe inseguito e volontariamente urtato il motorino su cui viaggiava la sorella perché contrario alla sua relazione con Migliore che, nello scontro, ha riportato una frattura a un braccio, oltre a contusioni ed escoriazioni. Michele Gaglione è stato arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale aggravato dai “futili motivi”.
Ciro e Paola stavano insieme da tre anni e da un mese erano andati a vivere ad Acerra per allontanarsi dalla famiglia di lei che si opponeva alla loro relazione: «Dicevano che eravamo due donne. Io però non sono una donna. Per loro invece sì.» - dice Ciro, che continuando il suo sfogo sui giornali aggiunge -« Li ho sentiti perfino dire che avrebbero preferito che la figlia morisse, piuttosto che stare con uno come me. Un masculillo».
Solo alcune, delle tantissime notizie di cronaca, a cui stiamo assistendo. Tra violenze sessuali, barbari omicidi, femminicidi e forme di aggressione lontane da qualsiasi forma di umanità: è questa l’immagine del «ne usciremo migliori finita l’emergenza». Forse per molti è ancora tempo di riflessione.
«La violenza è l’ultimo rifugio per chi non trova una ragione di vita o una prospettiva di crescita. La violenza è la non risposta di chi non sa rispondere a parole e che decide di sopravvivere, tra gli uomini, da animale. La vita è un viaggio unico e fragilmente legato al tempo, molte volte patrigno. La propositività e il porgere l’altra guancia ci salveranno. Il non ostacolare la libertà degli altri è l’unica strada per essere, noi stessi, liberi di esistere e vivere la vita». (Cit. Gabriele Crispo)
FONTI: La Stampa; Il Fatto Quotidiano; La Repubblica Il Corriere della Sera.