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Cherubino Gambardella – Panorami da un altro Pianeta Terra

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Port'Alba

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La P.R.A.C., Piero Renna Arte Contemporanea, presenta la nuova mostra di Cherubino Gambardella, già prevista per l’inverno scorso, rimandata per il “lock-down” causato dall’ormai tristemente noto COVID. L’esposizione è così arricchita di nuove opere che l’artista ha avuto modo di creare in quel periodo, offrendoci una ventina di lavori, oltre a “Parthenos”, un’opera di gran formato, da cui è stato ricavato uno scialle prodotto dalla “Amina Rubinacci” per la collezione primavera-estate 2020 e presentato alla Milano Design Week.

Cherubino Gambardella, ordinario di progettazione architettonica presso la Seconda Università di Napoli, ha insegnato presso diversi atenei italiani, ed oltre a svolgere la sua attività di architetto e di professore, si dedica con gran passione a quella di artista, che lo ha portato ad esporre in varie edizioni della Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, alla biennale di Chicago ed al Centro Georges Pompidou di Parigi, oltre alle varie mostre realizzate in città e altrove, tra cui ricordiamo una sua partecipazione al MOMA di New York con due disegni. La sua serie di collage “Supernapoli”, fa parte della collezione permanente del Museo MADRE di Napoli.

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I lavori presenti all’esposizione “Panorami da un altro pianeta terra”, sono dei collage con inserti di disegni a mano libera, nel suo stile che strizza un occhio alla Pop-art, così come al naif ed ai fumetti, alla fantasy come al cinema. Ogni opera è un “Pianeta” a se stante, con i suoi misteri e le sue metafore, il tutto regolato dalla vena onirica dell’artista, il suo estro e le sue passioni. 

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Chi sogna ricorda, e trae le sue ispirazioni da cose e avvenimenti che hanno colpito la sua fantasia, e ce li ripropone senza barriere temporali e fisiche, in un “pot-pourri”di colori e sensazioni uniche.

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Il Professore la sua firma la mette spesso e ovunque, che sia l’occhio di massonica memoria, già caro al Principe di San Severo, o i ferri che ha ritrovato durante i lavori alla stazione della metropolitana di Scampia da lui progettata; uno “schizzo” che torna dal passato, un ricordo atavico, un luogo a lui caro. Le sue opere ci trasportano su mondi alieni, che come il titolo della mostra vuol ricordare, non sono altro che differenti visioni del “Pianeta Terra”. 

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C’è quella dedicata a Palmira, prima della brutale distruzione da parte dell’Isis, e quell’altra che con la “Pravda” adagiata su di un insolito panorama napoletano è dedicata ad un famoso pianista russo, che nel periodo della “cortina di ferro” fece defezione, per dirla alla maniera delle spy-story, passando per casa di sua nonna, e non rientrò più in Unione Sovietica.

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Non meno criptico, e dotato di un vago sapore orientale, il quadro con la famosa scalinata del Palazzo dello Spagnolo nel ventre di un elefante. I lavori di Cherubino hanno tutti un loro fascino particolare. Qualcuno cattura l’attenzione con il particolare cromatismo irreale, che dà questa vaga e ricorrente impressione che si tratti di paesaggi alieni, o meglio rivisitati da uno sguardo alieno, come suggerisce ancora lo stesso titolo, qualcun altro da un particolare che salta all’occhio, ma nessuno di essi è anonimo.  

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Un aggettivo che non appartiene alle opere di Cherubino Gambardella è appunto anonimo.

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