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Dare un’anima all’economia globale: The economy of Francesco (seconda parte parte)

Scritto da Rita Felerico Il . Inserito in A gamba tesa

Papa Francesco a San Pietro Arrabiato 2 900x600

È l’evento che in novembre ha unito ad Assisi economisti, imprenditori, changemakink e tanti, tanti giovani

Come ha detto George Roter, fondatore di Engineers Without Borders, “Tutti hanno il changemaking nel proprio DNA, è solo questione di liberarlo”.

 

L’intuizione quindi di Papa Francesco rimanda ad una idea di Economia di Comunione che coinvolgendo imprenditori, lavoratori, studiosi , operatori economici, impegnati a vari livelli, promuova una prassi ed una cultura economica improntata alla comunione/ condivisione, alla gratuità ed alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante nel sistema capitalistico.

E’ il momento giusto storicamente e socialmente per cambiare stili di vita e i modelli di consumo e quindi attivare processi e percorsi per orizzonti completamente diversi. Se per questo salto qualitativo manca la cultura, l’ evento di Assisi vuole porre gli elementi e le basi perché nasca questa cultura, ovvero la necessità di un modello etico di finanza lontano da abusi e speculazioni, che guardi al benessere di tutti, anche delle fasce più deboli.Francesco aveva capito che il denaro è solo uno strumento. Come tale, serve a costruire una economia bella, ricca di senso e di dono, che non può escludere nessuno, al contrario deve puntare al bene di tutti e soprattutto degli ultimi”.

Importante ruolo ha così la formazione e lo studio; abbiamo cancellato le discipline umanistiche dalle Università, dalle scuole e oggi se ne sente il bisogno, perché sono alla base di ogni vero mutamento e occorre mutare i curricula, ripensare alla formazione/istruzione. Se si cambiano le prassi, mutano anche le idee, questo significa ripartire ‘dal basso’, per ricercare i nuovi manager non nei politici ma in tutte quelle nuove ‘forze pensanti’ che sono i giovani, i quali hanno bene in mente cosa significhi coooprodurre saperi non di èlites ma di tutti.

Un discorso che comprende ed è conseguenziale alle encicliche Laudato sì, e Fratelli tutti dove si unisce il tema ambientale ed ecologico a quello economico e questo ad una idea di sostenibilità, idea da tutti elogiata, assunta e compresa nei numerosi patti sottoscritti fra nazioni e Stati - vedi Agenda 20/30, per esempio - ma solo pochi firmatari si impegnano a realizzarla.

Non solo, i livelli che ci si poneva di raggiungere, anche in ambito di eguaglianza , non sono stati rispettati. Il prof. Sachs, per esempio, in conferenza ad Assisi , relativamente all’infanzia dichiara: “Il Network per lo Sviluppo Sostenibile che dirigo ha elaborato diversi indici che riguardano la felicità e il benessere infantile, sulla base di dati e indicatori. Ci sono modalità nel mondo interconnesso che ci consentono di ottenere queste informazioni da elaborare per poi proporre soluzioni agli operatori politici, ma tutto procede lentamente ». Le sezioni di lavoro hanno così tenuto testa ai problemi più cruciali del mondo contemporaneo, come i conflitti : si è analizzato il ruolo dell’industria militare, che collide con il benessere sociale, il delicato tema del rapporto tra interesse pubblico e settore privato nel perseguimento della pace, del ruolo del settore privato nell’investire le proprie risorse, spesso foriere di conflitti più che motori di risoluzione degli stessi. Fra tutti predomina il discorso sulla la natura, il nostro rapporto con la natura che resta uno dei temi fondanti il cambiamento.

papa francesco

La natura non è fuori di noi, noi siamo natura e siamo dentro la natura - anche questo il virus ci ricorda – ma dobbiamo scontare circa 400 anni di logica pensante che ha differenziato e distinto scienza e pensiero; l’ecologia non è un tema ma la forma contemporanea del pensiero, afferma Edgar Morin. La natura è una sola, e la salute è una sola e comprende il pianeta, gli animali, le persone; la natura non è una astrazione. A questo ci si deve ancora educare e dobbiamo avere cura di educare i bambini su questo per un futuro migliore: la dimensione ecologica non è una aggiunta alla nostra vita ma parte integrante della nostra vita, integrata quindi all’economia.

 The economy of Francesco ha visto la partecipazione di   nomi come Muhammad Yunus, del Bangladesh, imprenditore sociale, banchiere, economista e Premio Nobel per la pace 2006,Vandana Shiva,dall’India, scholar e attivista ambientale, Membro del Forum Internazionale sulla Globalizzazione, Stefano Zamagni, economista Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Susi Snyder, dall’Olanda, membro di PAX e ICAN e Premio Nobel per la Pace 2017, Peter Bofinger ,dalla Germania , professore di economia monetaria e internazionale dall’ Università di Würzburg, Vilson Groh, dal Brasile, della Comunità di Florianopolis e ne abbiamo nominati solo alcuni.

(L’articolo si è avvalso delle informazioni tratte dal sito The economy of Francesco).

Estratto dell’intervento di Muhammad Yunus

Il premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus , nella sua lectio magistralis dal titolo "Economia circolare e micro credito" ha illustrato delle vere e proprie linee programmatiche di azione. La parola finanza. La finanza è nata per facilitare gli scambi, ma poi ha cominciato a seguire una direzione sbagliata rendendo solo poche persone sempre più ricche; questo deve finire. La pandemia di Covid-19 ha rappresentato un’ottima occasione per vedere cosa accade nel mondo: ha rivelato tutte le debolezze del sistema economico attuale e coloro che erano ai margini dell’esistenza, coloro che guadagnano il pane quotidiano sulla base delle proprie forze, a livello globale sono finite ancora di più ai margini. E la finanza è responsabile di tutto questo: l’unica religione che conosce, l'unico suo obiettivo è la massimizzazione degli utili. Si arraffa tutto, e anche quando arriverà il vaccino accadrà la stessa cosa: le aziende sono in concorrenza tra loro, stanno facendo sì che solo i paesi ricchi possano permetterselo e acquistarlo, acquistano 3-4 volte le dosi necessarie, lasciando ancora ai margini i Paesi del Terzo Mondo.

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Ho affermato più volte che il colpevole principale nel sistema capitalista che abbiamo costruito è il concetto di massimizzazione degli utili, che permette di perseguire i nostri interessi. Un percorso in cui si vede solo una cosa: l’interesse del singolo. Ma è sull’interesse comune su cui dobbiamo concentrarci. Esistono sì un interesse collettivo e uno individuale, ma devono essere collegati. Non dobbiamo concentrarci solo su quello individuale. Guardiamo al microcredito. Quando ho ideato il microcredito l’ho fatto pensandolo come un’impresa sociale, che persegue un obiettivo collettivo, non per far guadagnare denaro ai singoli, ma per risolvere i problemi della collettività.

Il microcredito se diventa azienda sociale è strumento meraviglioso, perché si lavora per fornire risorse agli altri. Non è beneficenza, non è gratuito, ma è una attività commerciale in cui l’interesse altrui è fondamentale importanza. Finanza sostenibile? Finanza sostenibile per me non significa molto, da sola. Il sistema finanziario attuale è sostenibile, ma dannoso. Il sistema che costruiamo è sostenibile a livello mondiale, ma anche pericoloso. Consideriamo che gli esseri umani rappresentano una specie in via di estinzione. Stiamo per scomparire, i cambiamenti climatici dicono gli scienziati hanno un ritmo tale che tra poco non esisteremo più. I giovani scendono in piazza e accusano giustamente i genitori di avergli rubato il futuro.

Abbiamo creato un sistema sostenibile dal punto di vista degli affari, perché le spese vengono comunque coperte, ma a discapito dell’umanità. Siamo in un conto alla rovescia. Se continuiamo a seguire questa strada non saremmo qui a lungo: è un patto suicida. È intervenuta la pandemia e ora tutti lavorano per tornare alla situazione precedente ad essa. Ma perché vogliamo tornare a quel sistema? Questo treno che ci stava portando verso la morte va fermato. È il momento di scendere da quel treno e chiederci: vogliamo tornare su quel treno o seguire la direzione opposta, per seguire un mondo senza inquinamento, senza concentrazione della ricchezza, senza disoccupazione massiccia. Se seguiamo solo la sostenibilità la risposta non si trova là.

A livello mondiale, occorre dar vita ad un’economia condivisa , nella quale tutti hanno qualcosa di produttivo da fare, altrimenti non la possiamo definire sostenibile. La massimizzazione degli utili ha portato a questo disastro totale. Debito. La finanza deve avere un fine. Qual è il fine che cerchiamo ? chiediamoci questo e poi possiamo capire come usare la finanza. Tutto il mondo è in pericolo, il riscaldamento globale fa parte di questo discorso. Chi contribuisce, quali aziende, la produzione della plastica? Sono tutti aspetti che fanno parte del sistema, quindi non è la giusta finalità. La finalità deve essere qualcosa di desiderabile, di positivo. Se vogliamo creare un mondo senza emissioni di carbonio come possiamo farlo? La finanza deve essere indirizzata, usata come veicolo per raggiungere un fine positivo, buono per noi, esclusivo per il mondo, per lottare contro la povertà che sta scoppiando .

La finanza deve lavorare a beneficio della maggior parte delle persone che abitano il mondo e non come accade ora che la maggior parte delle persone sono vittime delle mafie, dell’usura. Non è ciò che noi vogliamo: abbiamo bisogno di riformare il sistema finanziario per raggiungere il giusto fine, per poter ridisegnare l’intero sistema. Tutti siamo responsabili in prima persona. Quando metto denaro in banca, voglio sapere dove la banca ha investito quel denaro. Se viene investito nella plastica, etc non va bene quella banca, quindi cercherò un’altra banca. Qual è la finalità del denaro? Questo dobbiamo chiederci. È il mio denaro ed è la mia scelta. Lo metterò dove deve essere investito: sono io responsabile di come deve essere investito.

Per saperne di più:

Dare un’anima all’economia globale: The economy of Francesco (prima parte)