I partiti digitali
A proposito di partiti digitali, essi, come si sa sono tutti derivati dalla esperienza dei" piraten partei " nati nell'Europa del nord per craccare sim e musica contro il copyright un fatto elitario diventato politico e partecipativo con Podemos e Cinque stelle movimenti giunti addirittura al governo.
L'enfasi di questi movimenti e l'insistenza sul concetto di partecipazione.
Ciò nasconde un equivoco non chiarito: la partecipazione e un mezzo o un fine? Perché nella seconda ipotesi sarebbe una presa per i fondelli visto che il momento deliberativo appartiene al Centro ( altro che partiti leninisti) Non dimenticatevi che quando dalle primarie a Genova uscì un nome sgradito a Grillo egli semplicemente, " modu propio" le annullo' .
In politica i momenti di discussione e di partecipazione hanno la stessa importanza fi quello decisionale. Se sono separati torniamo a schemi superati dalla Storia. Infine e molto singolare che un sistema, storicamente aperto, sia strutturato per mettere al sicuro la dirigenza da attacchi esterni o dalla contestazione della base. Il primo e fondamentale carattere di un partito democratico e la contendibilità' della dirigenza qui e escluso per principio noto infine che la partecipazione e sempre molto scarsa rispetto al numero degli iscritti la Raggi a Roma fu scelta dal 4,5 % degli iscritti ciò vale anche per Podemos mentre nei partiti tradizionali l'attività congressuale coinvolge l'intero corpo degli scritti
Dunque partiti sfogatoio del malumore dei cittadini? Certamente, perciò un dato da seguire con attenzione non credo , come pensa qualcuno che i 5 stelle saranno la nuova DC intanto perché la DC aveva nella cattolicità il suo marchio distintivo e infine perché essendo un partito interclassista aveva un ricci sistema di correnti contrapposti. Andreotti non era Donat Catin la loro forza stava nel marciare disgiunti ma nel colpire uniti. Un'altra storia.
Dal reparto covid del Cardarelli