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Verso i cent'anni dalla nascita del Partito Comunista in Italia (seconda parte)

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

A Livorno il terreno dello scontro fra comunisti e socialisti è rappresentato dai <<21 punti>> che sono stati elaborati a Mosca come condizione per essere ammessi alla Terza Internazionale.

Si tratta di un documento intransingente che, all'ultimo punto,  afferma: <<Quei membri del partito che respingono per principio le condizioni e le tesi formulate dall'Internazione comunista debbono essere espulsi>>; ciò significherebbe espellere l'intero gruppo riformista per trasformare il partito socialista in un gruppo compatto di <<rivoluzionari professionisti>> votati alla lotta per l'instaurazione immediata di una dittatura del proletariato. Del vecchio partito (che Gramsci chiama con disprezzo <<il Circo Barnum>>) non dovrebbe restare neanche il nome. Non più Partito Socialista Italiano, ma Partito Comunista d'Italia. Il leader dei massimalisti, Giacinto Menotti Serrati, esita però di fronte a un simile 'harakiri' politico e tenta un compromesso.

I 21 punti -propone- potrebbero essere accettati in linea di principio, ma la loro messa in pratica dovrebbe essere subordinata alle <<condizioni ambientali e storiche del Paese>> che per il momento, precisa, consigliano di non abbandonare la gloriosa denominazione di partito socialista, tanto amata dalle masse. Nel dibattito che segue, e che assume toni sempre più aspri, Gramsci rimane sempre fra le quinte e non prende la parola nemmeno una volta. Questo silenzio nasce certamente anche da ragioni fisiche e psicologiche (una voce flebile e una comprovata riluttanza a buttarsi nelle risse congressuali): ma con ogni probabilità questa riservatezza deriva anche da una diversa concezione strategica rispetto a Bordiga, che gli fa privilegiare il ruolo storico delle masse operaie rispetto a quello del partito-avanguardia propugnato dai 'Soviet'.

Comunque stiano le cose, resta il fatto che, durante il travagliato parto della scissione, la leadership del gruppo rimane sempre saldamente in mano a Bordiga e ai suoi. E' lui che forza la situazione oltre il punto di rottura ed è sempre lui che il 21 gennaio, a sette giorni dall'apertura del XVII congresso, dà il segnale della secessione. <<I delegati che hanno votato la mozione della frazione comunista -annuncia perentoriamente- abbandonino la sala. Sono convocati alle 11 al Teatro San Marco per deliberare la costituzione del partito comunista, sezione italiana della Terza Internazionale>>.

Per saperne di più:

Verso i cent'anni dalla nascita del Partito Comunista in Italia