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In trasferta a Gaeta (seconda parte)

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

Gaeta

Con Ruggiero Il Normanno (verso il 1140) Gaeta divenne città di confine del ‘grande regno’ verso lo Stato della Chiesa, assumendo nel contempo un graduale carattere di piazzaforte con varie cortine di bastioni e di opere fortificate, tanto che sarà poi definita la ‘chiave del Regno di Napoli’.

Questa progressiva militarizzazione di Gaeta, strettamente collegata alla sua posizione strategica, risalterà nei secoli successivi per gli innumerevoli e memorabili assedi. Questi segnarono lungo tutto l’arco discendente del periodo medievale, ma in particolar modo nell’età moderna, altrettanti episodi decisivi per il Mezzogiorno d’Italia. La caduta della fortezza coincise, spesso, con l’avvento di una nuova dominazione straniera o di una nuova dinastia sull’Italia meridionale. Dal 1032, anno del tramonto del potere del Docibile sul ducato di Gaeta, al 1504 con la conquista del Regno di Napoli da parte degli Spagnoli, si succedono varie dominazioni (longobarda, sveva, angioina, durazzesca, aragonese), che fanno di Gaeta la seconda capitale del Regno. In questo periodo divenne, non di rado, base per la conquista di Napoli (Ladislao di Durazzo nel 1399; Alfonso d’Aragona nel 1442).

La permanenza in Gaeta di alcuni sovrani determinò la costruzione di notevoli edifici, civili e religiosi, che hanno conferito al nucleo urbano, arroccato sull’estrema punta del promontorio, una particolare impronta storico-artistica: tra i tanti basterà ricordare il castello, divenuto sede regale con Alfonso d’Aragona negli anni 1436/42. La lunga presenza spagnola nella cittadina tirrenica (fino al 1707) mutò profondamente il suo ruolo di centro commerciale, legato alla vita sul mare, attraverso grandiose opere difensive, portate a termine da Carlo V (1538), che ridussero il centro urbano al rango di cittadina militare.

Agli Spagnoli seguirono gli Austriaci, mentre nel 1734 si ebbe la conquista di Gaeta da parte di Carlo di Borbone, il fondatore della nuova dinastia borbonica napoletana. Ancora una volta le fortificazioni e le varie opere di difesa ebbero un ruolo preminente nell’organizzazione urbana. Durante il lungo periodo borbonico non mancarono assedi (1799, 1806 e 1815) oltre che un avvenimento d’interesse internazionale: il 25 novembre 1848, il pontefice Pio IX si rifugiò in Gaeta (fuggito da Roma per la proclamazione della Repubblica), tanto che fino al 4 settembre 1849 la cittadina tirrenica assunse il ruolo di ‘secondo’ Stato della Chiesa. Il 13 febbraio 1861 sotto le mura di Gaeta terminò la dinastia borbonica e si ebbe il compimento dell’unità d’Italia.

Per saperne di più:

In trasferta a Gaeta (prima parte)