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In trasferta a Gaeta (quarta parte)

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

A Gaeta 1

Il Duomo di Gaeta, alle falde del nucleo originario del quartiere medievale, fu costruito nel corso dei secoli X-XI, ma consacrato nel 1106 da Papa Pasquale II, sulla precedente chiesa di S.Maria del Parco (forse del sec. VII).

 

Tra le tante opere d'arte conservate nel duomo occorre ricordare il notissimo Candelabro del cero pasquale con 48 rappresentazioni a basso rilievo della vita di Cristo e S.Erasmo; è coronato da uno splendido capitello gotico (fine sec. XIII). Sull'altare maggiore, a destra, è il 'Martirio di S.Erasmo' di Carlo Saraceni (1580/1620); artistico coro in noce nel presbiterio. Ancora tele di Sebastiano Conca ('Sacra famiglia e santi', 'Madonna con il Bambino e S.Filippo Neri) e di L.Stanziani ('Madonna con il Bambino e S.Giovannino' del 1859), ecc.

La seicentesca cripta o succorpo, ad una navata, è rivestita da stucchi, rilievi e tarsie marmoree policrome; conserva i corpi dei Santi Erasmo, Marciano, Probo, Innocenzo, Casto, Secondino, Albina ed Euporia. Sull'altare è una tela ('Martirio di S.Erasmo', 1669) di Giacinto Brandi al quale si debbono anche gli affreschi della volta (1662/64, ma in parte rovinati dalla bomba del 1943). Il cancello in bronzo (1692) è simile all'altro della cappella di S.Gennaro nel duomo di Napoli. Il campanile (57 m.) del duomo ha il basamento composto da innumerevoli blocchi provenienti da monumenti romani (particolarmente dal mausoleo di L.S.Atratino), come anche le colonne e i satcofaghi ai lati della scalinata d'ingresso.

Dal campanile si raggiunge il piccolo porto S. Maria, attraverso la porta Dominica (resti delle mura di Docibile I), per visitare la chiesa di S.Giovanni a mare, rappresentante un incontro tra lo schema della chiesa bizantina a pianta centrale e la basilica latina. E' suddivisa in tre navate da otto colonne di monumenti romani; uno splendido arco acuto è nell'abside mentre le navate laterali hanno le volte a crociera. Sul quadrato centrale si eleva la cupola di forma sferica, poggiante su quattro archi acuti. Alle pareti sono resti di affreschi dei primi anni del Trecento, attribuiti alla scuola del Cavallini.

La chiesa è stata ampiamente restaurata nel 1928 sotto la direzione di G. Chierici, togliendo le sovrastrutture barocche. Tra il duomo e la punta Stendardo si dispone -salendo le pendici del promontorio- il caratteristico quartiere medievale, un piccolo complesso di arte che rappresentò il centro politico e religioso del periodo ducale (secoli IX-XII). Vicoli tortuosi, costruzioni dei secoli XII-XIII e seguenti, angiporti, torri, scale, portali e campaniletti compongono un insieme architettonico di rilevante interesse.

Percorrendo in salita la via Pio IX (già via Guastaferri), si giunge, all'altezza del secondo tornante, in via Ladislao ove è la chiesa di S.Lucia, restaurata più di vent'anni fa; già dedicata a S.Maria in Pensulis, rappresenta l'ampliamento nei secoli XII e XIII di una costruzione dei secoli IX-X. Percorsi i tornanti di via Pio IX si raggiunge -quasi a metà del tratto rettilineo della stessa strada- la chiesa di S.Caterina, in origine del sec. XIV ma rifatta nel 1852 da Ferdinando II. Proseguendo ancora per via Pio IX si sbocca in via Aragonese, che ha sul lato la chiesa di S.Domenico: è una costruzione tardo gotica degli anni 1450/1470 a due navate: una grandissima a cinque campate (lunga m.33, alta 17 e larga m.11) e l'altra più piccola.

Per saperne di più:

In trasferta a Gaeta (prima parte)

In trasferta a Gaeta (seconda parte)

In trasferta a Gaeta (terza parte)