In trasferta a Gaeta (quinta parte)
Si giunge così al castello, che domina tutto il centro medievale mentre l'opposto versante roccioso scende a precipizio sul mare. Il grande complesso monumentale (mq. 14.100), sia pure non esattamente, può dividersi in una parte superiore (“castello aragonese”) e una inferiore (“castello angioino”).
L'edificio superiore, di forma rettangolare, ha torri cilindriche in tre dei suoi angoli: quella a nord-ovest è molto più alta delle altre; l'angolo opposto manca di torre. L'edificio inferiore, di forma irregolare, ha gli angoli dei due lati verso il quartiere medievale e il monte Orlando rafforzato da torrioni a forma di cono tronco. Le origini del castello datano, forse, dal periodo ducale (sec. X), ma è certo che un consistente sviluppo si ebbe in età normanna ma ancor più in quella sveva; fu distrutto per ordine del pontefice Gregorio IX nel 1229. Ricostruito dagli Angioini (verso il 1279), non era ancora dimora regia considerando che non fu utilizzato da Ladislao di Durazzo durante la sua lunga permanenza in Gaeta (1387/99). Grandi trasformazioni avrà, invece, con Alfonso d'Aragona (dopo il 1436) e assurse a regia e fastosa dimora: sala del trono, appartamenti, biblioteca, armeria, cappella e zecca, ecc. Nuove torri e bastioni si ebbero con Carlo V (1516/38).
Proseguendo per via Angioina si giunge alla neogotica chiesa di S.Francesco, che Ferdinando II volle far erigere per tramandare il ricordo di Pio IX esule a Gaeta (1848/49). Fu edificata poco dopo il 1850 su di un complesso conventuale della fine del sec. XIII (ma già dedicato a S.Francesco nel 1236 a ricordo della sua presenza in Gaeta nel 1222), stravolto in caserma e ospedale militare durante la dominazione francese (1809/15). La chiesa dopo la ricostruzione rimase chiusa al culto per oltre mezzo secolo: fu riaperta solo nel 1927. Si eleva su di una alta scalinata, divisa al centro in due rampe, che hanno tra loro una grande statua di L.Persico (“La Religione”). La maestosa facciata del tempio è ricca di statue e rivestita sulla parte inferiore di lastre di pietra calcarea di monte Orlando.
Il portale ha ai lati due statue di G.De Crescenzo (Carlo II d'Angiò e Ferdinando II: i costruttori dei due complessi religiosi). Il timpano è sormontato dalla statua di S.Francesco benedicente, opera di G.Calli. L'interno, lungo m.72 e largo m.22, è a croce latina con tre navate, suddivise da pilastri con deambulatorio. Agli altari sono le tele di G.Imparato (“L'Assunta” della fine del XVI secolo) e di F.Solimena (“Riposo nella fuga in Egitto”, della fine del sec. XVII), portate nella chiesa dopo la sua ricostruzione. Da via Angioina si prosegue per via della Breccia incontrando, subito sulla sinistra, la chiesa di S.Michele Arcangelo dell'omonimo monastero benedettino, soppresso da Ferdinando IV nel 1788 e poi trasformato in caserma e reclusorio militare.
Continuando a percorrere via della Breccia si può, per i tornanti del versante settentrionale di monte Orlando (parco urbano dal 1986), andare a visitare -sulla sommità- il mausoleo di Lucio Munazio Planco, volgarmente detto “Torre d'Orlando”. L.M. Planco, nato a Tivoli (90 a.C.), fu generale di Cesare, fondò le colonie di Lugudunum (Lione, 43 a.C.) e di Augusta Raurica (August presso Basilea, 44 a.C.); fu console, preconsole e censore.
La sua tomba ha pianta circolare (diametro di circa m.30) e l'interno è composto da un ambulacro anulare voltato, che collega le quattro celle funerarie disposte a croce. Il mausoleo, costruito verso il 20 a.C., in origine era coperto da un tumulo di terra a profilo conico, sormontato al centro, forse, da una statua. I restauri del 1956/57 hanno restituito, quasi nella sua integrità, un monumento che è tra gli esempi migliori dell'architettura sepolcrale romana: era stato danneggiato per le sopraelevazioni militari del 1885, per le bombe durante l'ultima guerra ma, ancor di più, per due millenni di abbandono.
Per saperne di più:
In trasferta a Gaeta (prima parte)
In trasferta a Gaeta (seconda parte)