Alla Galleria Acappella in esposizione “Spiritual Bypass”, con opere di Hella Gerlach
A partire dallo scorso 24 aprile la Galleria d’arte Acappella espone “Spiritual Bypass”, quarta mostra in galleria di Hella Gerlach, visitabile fino al prossimo 3 giugno. L'artista presenta un nuovo corpo di sculture intitolate Hangover #1 – #18. Obiettivo delle opere è quello di offrire al visitatore un nuovo vocabolario tessile adattato a diverse forme e condizioni.
L’artista ha installato questa serie di hangover (postumi da sbornia) raggruppandoli in cinque diversi “ammassi”, sospesi in una sorta di costellazione e ciascuno con un nome diverso. Le sculture consistono in diverse forme tubolari imbottite e cadenti che si intrecciano l’una con l’altra sospese al soffitto.
Questi corpi colorati si mescolano tra di loro e sembrano comunicare determinati stati fisici e psicologici: la pesantezza, l’oppressione, il legame, la contorsione, la tensione. Si tratta di stati d’animo che scaturiscono dalle forme, ma anche dalle proprietà dei materiali utilizzati: rigidità, morbidezza, ruvidità, levigatezza.
Nella mostra “Spiritual Bypass” le opere sono collegate ad un motorino capace di far ruotare queste forme antropomorfe intorno ad un asse. Riempite con lana, cenere, erba di San Giovanni e belladonna nera, le sculture risultano leggermente profumate e invitano il visitatore ad avvicinarsi per annusarle, così come le loro qualità fisiche spingono a toccarle, sebbene la presa o l'intrusione ne interrompa l’autonoma rotazione.
Le caratteristiche tattili e olfattive delle opere si intersecano quindi con quelle fisiche degli oggetti: sono come dei corpi ribaltati. Nel tentativo di ascoltarli dentro di loro, questi corpi sembrano presentarci uno specchio per i nostri lati interiori, non costruito come un "pensiero" psicologico nella testa, ma piuttosto un pensiero inconscio che si manifesta nel corpo.
Dove si trova un'emozione? Come ci si sente? Puoi descriverla? Ha un colore o una consistenza? È un‘emozione forte o debole, impegnativa o leggera? Entrando in questo lato interiore potrebbe sembrarci di assomigliare a questi oggetti, che ruotano come se stessero girando intorno a una colonna vertebrale.
Sono corpi doppi, specchi, un display letteralmente sospeso fuori, accanto e sopra di noi. Le opere offrono un vocabolario per cose che possono essere sentite, ma non facilmente dette. Si tratta di oggetti terapeutici che consentono di uscire dallo spazio della mente ed esplorare i sentimenti in modo fisico. Non sono antidepressivi chimici, ma rombi, cerchi, tubi, nodi, radici, ali, e ganci la cui presenza tangibile ci chiede di prenderne parte e di abitare lo spazio come delle chiavi di accesso non-virtuali.
Pendendo dal soffitto e roteando lentamente, gli “ammassi” della Gerlach non smettono mai di muoversi, come anelli della mente quando il corpo desidera la stasi e il radicamento. Le sue forme invitano alla proiezione, ma resistono alla risoluzione.