Vesuvio (prima parte)
Vulcano quiescente della Campania, interamente nel territorio della provincia di Napoli. Sorge poco più di 10 km a est-sud-est di Napoli prodspettando da Est sul golfo di Napoli, dal quale lo separa una stretta cimosa costiera pianeggiante.
E' di tipo misto, composto cioè di lave e detriti, e di tipo poligenico, costiuito cioè da varie eruzioni successive. Nato come vulcano insulare nell'insenatura marina che nell'Eocene penetrava entro i rilievi calcarei dell'Appennino Campano, il Vesuvio si saldò alla terra ferma del Pliocene, per effetto sia di un forte sollevamento delle terre, sia di copiose emissioni di lava e di altri materiali piroclastici che avrebbero innalzato il cono a circa 2300 metri. In seguito, una potente eruzione verificatasi in tempi preistorici lo avrebbe ridotto a un'altezza quasi uguale a quella attuale, lasciadovi alla sommità un enorme cratere di esplosione e di sprofondamento.
Nella sua lunghissima attività si possono distinguere almeno quattro grandi fasi caratterizzate da lave di acidità decrescente (trachiti, orvietiti, ottavianiti e vesuviti): la prima probabilmente all'inizio del Quaternario, che ha formato il basamento dell'edificio; la seconda tra il 6000 e il 3000 a.C. ; la terza protrattasi fino all'inizio dell'era volgare; la quarta, che ebbe inizio con la catastrofica eruzione del 79 d.C. .