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I Fontana

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

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Famiglia di architetti urbanistici e ingegneri originari del Canton Ticino e attivi soprattutto a Roma nei sec. XVI-XVIII. Giovanni (Melide, Lago di Lugano, 1540-Roma 1614) fu architetto di S.Pietro durante il Pontificato di Clemente VIII.

Collaborò alle opere romane del fratello Domenico, realizzò alcune fontane e il palazzo Giustiniani (terminato da Borromini), ma di distinse soprattutto come ingegnere idraulico, conducendo acque e costruendo acquedotti. Domenico (Melide 1543-Napoli 1607) fu l'architetto di maggior rilievo nella Roma della fine del Cinquecento e legò il suo nome agli interventi urbanistici voluti da Papa Sisto V e basati sull'apertura di una serie di assi viari colleganti le basiliche di S.Maria del Popolo, S.Maria Maggiore, S.Giovanni in Laterano e S.Croce in Gerusalemme.

L'esecuzione di tale progetto pose in risalto le notevoli capacità dell'artista come ingegnere costruttore (inventò anche nuovi procedimenti tecnici) ancor prima che come architetto. Giunto a Roma nel 1563, lavorò dapprima come decoratore. Divenuto architetto del cardinale Peretti da Montalto (il futuro Sisto V) e quindi architetto papale, oltre alla citata ristrutturazione urbanistica eseguì fra l'altro la cappella Sistina in S.Maria Maggiore (dal 1584 ca.), nella quale trasportò con un particolare procedimento tecnico, il piccolo oratorio del Presepe, il Palazzo Lateranense (1587-'89), la scalinata della chiesa di Trinità dei Monti (1587), la mostra dell'Acqua Felice (1587) e la fontana del Mosé (1589), l'ospedale dei Mendicanti. Dal 1588 lavorò anche, in collaborazione con G.Della Porta, all'elevazione della cupola di S.Pietro.

Eseguì inoltre lavori idraulici (trasporto a Roma dell'Acqua Felice) e provvide al trasporto e all'erezione di numerosi obelischi (in piazza S.Pietro, dietro S.Maria Maggiore, in piazza del Popolo, ecc.). Esonerato da Clemente VIII dalla carica di architetto pontificio, si trasferì a Napoli. A 'Citta nuova' fu nominato architetto regio (1592) e realizzò numerose opere, avvalendosi anche della collaborazione del figlio Giulio Cesare (attivo fra il 1593 e il 1627); fra esse, l'apertura di via Chiaia e di via Santa Lucia, la fontana Medina, il palazzo Carafa della Spina e soprattutto la grandiosa facciata del Palazzo Reale (1600-1602). Nel 1603 pubblicò a Napoli il 'Libro secundo in cui si ragiona di alcune fabriche fatte in Roma et in Napoli dal cavalier Domenico Fontana'.