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Giovanni Battista Pergolesi

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

Pergolesi

Compositore (Jesi 1710-Napoli 1736). Allievo di Francesco Durante e di Gaetano Greco al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo a Napoli, svolse in questa città la quasi totalità della sua brevissima ma altrettanto intensa attività.

 

Segnalatosi già negli anni di scuola con due lavori di carattere religioso (un dramma sacro e un oratorio), nel 1731 esordì come compositore operistico con ‘La Salustia’, cui seguirono nel 1733 il ‘Prigionier Superbo’, nel 1734 l’ “Adriano in Siria” e nel 1735 il suo capolavoro nell’ambito del dramma musicale, l’ “Olimpiade”, scritta per le scene di Roma; ma forse ancora più significative sono le sue prove nel campo dell’intermezzo con ‘La serva padrona’ (1733), un lavoro che acquistò rapidamente fama europea e fu al centro, nel 1735, della ‘Querelle des Buffons’ e con ‘Livietta e Tracollo’, così come in quello dell’opera buffa con “Lo frate ‘nnamorato” (1732) e con ‘Il Flaminio’ (1735).

Non meno significative sono le sue composizioni sacre, che comprendono tre messe, alcuni salmi e mottetti e il celeberrimo ‘Stabat Mater’ per soprano, contralto, archi e basso continuo, secondo la tradizione composto negli ultimissimi giorni della sua vita, stroncata immaturamente da una grave forma di tubercolosi ossea. Alcune cantante e alcune composizioni strumentali (tra cui un delizioso ‘Concerto’ per violino, archi e basso continuo) completano la produzione di Pergolesi.

Tra i compositori del Settecento più noti in campo internazionale, Pergolesi fu al centro di una leggenda che prendendo spunto dalle sue infelici vicende biografiche fu alimentata ampiamente nel romanticismo, sino a offuscare completamente (anche per l’acritica attribuzione di un vastissimo gruppo di opere dovute ad altri compositori) la sua reale fisionomia estetica. Alcuni studi, mentre hanno ridimensionato l’importanza di Pergolesi nei confronti di autori quali vinci e Leo Hasse, hanno anche sottolineato la sua singolare originalità espressiva e la tempestività con cui riflesse nella sua opera i fermenti più vivi della cultura italiana preilluministica.