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Ischia, cenni storici

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

Ischia

Chiamata in epoca remota 'Inarime' o 'Pithecusa', poi 'Aenaria' e quindi 'Iscla' (da cui Ischia), fu occupata dai Siracusani (474 a.C.) e sul finire del sec.V a.C. dai Napoletani. Caduta sotto l'influenza romana nel 322, fu restituita ai Napoletani da Augusto (sec. VI d.C.).

Devastata dai Barbari, dominio normanno nel 1130, fu fatta diocesi nel 1170. Favorevole agli Aragonesi dopo i Vespri Siciliani, Ischia fu feudo dei Cossa e donata nel 1422 da Giovanna II ad Alfonso d'Aragona. Passata poi in feudo ai D'Avalos, Ischia visse il periodo più felice della sua storia. Nel 1729 fu incorportata al regio demanio e nel 1734 conquistata dai Borboni. All'Eta del Bronzo risale l'abitato sulla collina del Castiglione, con ceramica appenninica e, testimonianza degli scambi con il mondo egeo, frammenti di ceramica micenea (circa 1425-1375 a.C.). Presso l'attuale Lacco Ameno si trovava 'Pithecusa', la più antica colonia greca in Italia (prima metà del sec. VIII a.C.), abitata sino al sec. I a.C. , ma importante soprattutto nei sec. VIII e VII a.C.. Ai sec. I-III d.C. risalgono alcuni rilievi votivi che si riferiscono alle sorgenti termali dell'isola.