Lo studio universitario: linee guida per orientarsi (seconda parte)
Partiamo dalla base: cosa significa realmente comprendere? Comprendere vuol dire afferrare il reale senso di qualcosa. Possiamo, quindi, dire di aver compreso qualcosa solo quando l’abbiamo fatta nostra.
Attenzione a non confondere la lettura e/o l’ascolto con la comprensione. Infatti, si può leggere un testo, ascoltare un racconto di un amico o di un professore, e apparentemente capirlo anche, ma poi rendersi conto di non averlo realmente compreso. Può capitare che dopo qualche ora ne si dimentica il contenuto o che in quel momento, anche se ci sembrava di star attenti, in realtà si stava pensando ad altro.
In ogni caso, soprattutto per quanto riguarda lo studio, tutto ciò è normale. Per comprendere veramente quello che si sta studiando è necessaria una seconda lettura, così da avere una visione d’insieme più completa, prestando attenzione a cose che inizialmente potevano sembrare inutili o incomprensibili.
Per comprendere qualcosa, quindi, è necessario “entrare” in essa, immaginarla, rendere concreto un concetto che può sembrare astratto.
Nel proprio percorso universitario ci si trova, spesso, di fronte a un testo o a un concetto che sembra inafferrabile: sicuramente, lo sforzo da fare risiede nel provare a capire se si è fatto il possibile, domandandosi se lo si è letto con la giusta dose di concentrazione. Poi, se ancora non risulta chiaro, si può provare a schematizzarlo o con mappe concettuali, o scrivendo delle parole chiave al lato dei vari paragrafi, cercando di farlo utilizzando parole del vocabolario personale, più facili da ricordare e che possono rendere il testo più chiaro.
Come leggere un testo per renderlo più facilmente comprensibile? Innanzitutto ritagliandosi del tempo per dedicarsi a questo, magari in un posto in cui ci si sente a proprio agio e in cui si hanno meno distrazioni possibili. In secondo luogo, prestando attenzione ai titoli e a eventuali sottotitoli, perché fungono da mini-spiegazione di quello che si leggerà in quel paragrafo. L’introduzione dei libri non è affatto inutile, perché può chiarire dei concetti aprendo la mente ai contenuti affrontati successivamente. Infine, leggere e ripetere ad alta voce è essenziale per elaborare i concetti in modo diverso, riascoltandosi durante la ripetizione e verificando se il discorso enunciato ha senso.
Come studiare un testo universitario? Innanzitutto esplorandolo e prestando attenzione agli elementi testuali e grafici che caratterizzano quel libro: l’indice, i capitoli e la quarta di copertina possono essere utili a orientare la lettura. In seguito, si può passare a una scorsa rapida del testo, cercando di capire il senso generale. È in questa fase che si può iniziare a sottolineare. Per esempio, se i capoversi sono brevi, i periodi sono semplici. Se i capoversi sono più lunghi, i periodi più complessi. Infine, una lettura analitica, che vada in profondità e che individui la struttura del testo, i contenuti, e che faccia propri gli scopi dell’autore, può completare il processo in maniera efficace.
Nel caso in cui qualcosa non risulti del tutto chiara, si può ricorrere a una lettura selettiva che consiste nella ricerca di una specifica informazione. La lettura selettiva risulta molto utile anche per il lavoro di scrittura della tesi di laurea. Infatti, in questo caso, occorrerà leggere diversi libri che andranno ad arricchire la propria bibliografia finale, e pensare di utilizzare sempre una lettura analitica per ognuno di essi è assolutamente avvilente.
In ogni caso, dopo aver svolto questo lavoro iniziale attraverso i vari tipi di letture, probabilmente ci si sentirà pronti per la ripetizione.
Per saperne di più:
Lo studio universitario: linee guida per orientarsi (prima parte)