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Campania segreta: Carinola

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Port'Alba

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Di antichissime origini, fu fondata addirittura dai Pelasgi, antenati dei Greci, con il nome di Urbania. Fu abitata dagli Etruschi, e poi dai Romani, per essere poi saccheggiata dalle orde barbariche di Gianserico. Nel 750, un crudele quanto sanguinoso attacco dei Saraceni, le diede il colpo di grazia.   

                                                                                                                                                                                       

Rifondata attorno all’anno 1000 con l’odierno nome di Carinola, fu sede vescovile, e poi feudo del Normanno conte Riccardo, che nel 1134 fece costruire il Castello, ed entrò così nel Principato di Capua. Nel XV secolo, passata come tutta l’Italia meridionale sotto il dominio Aragonese, fu teatro della nota “congiura dei baroni”, che portò cambiamenti epocali.

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San Bernardo di Carinola, anche noto come San Bernardo di Capua, fece erigere la Cattedrale, oggigiorno sita al centro del borgo storico, ed in fase di restauro. Nell’800 la sede vescovile fu annessa a quella di Sessa Aurunca, ed anche per le malattie portate dall’aria insalubre dovuta alle paludi che circondavano il paese e le aree limitrofe, cominciò a spopolarsi.    

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Dopo le bonifiche fatte durante il Fascismo, i terreni strappati alle acque tornano appetibili, e dopo le sofferenze patite durante l’occupazione Nazista, la cittadina ritorna lentamente ad attirare le genti, fino a raggiungere l’attuale popolazione di circa 7000 abitanti.

Fiore all’occhiello del paese, è Palazzo Petrucci-Novelli, interessantissimo esempio di architettura del XV secolo, dove lo stile Angioino-Aragonese dell’epoca, mostra già una tendenza al Barocco.   Il portone, di tipo durazzesco, si apre sulla piazza principale di Carinola, e porta ad un primo cortile; una scala sale al piano superiore, dove un piccolo ma superbo loggiato con colonne ottagonali, ornato da affreschi per lo più ancora visibili, da accesso alle stanze. Da qui si accede ad una loggia di pregiata fattezza, che si affaccia, dal lato nord del Palazzo, su di un piccolo giardino sottostante. Doppie colonne ed archi a sesto ribassato, motivo ricorrente dell’edificio, la circondano, e le danno quell’aspetto di nobile eleganza che caratterizza l’intero Palazzo. Ogni finestra, sia interna che esterna, incastonata nella sua cornice, è un’opera d’arte, una vera e propria scultura.   

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Fu sede del segretario del Re, Ferdinando I d’Aragona, Francesco Petrucci, che con il padre Antonello ed il fratello Giovanni Antonio, prese parte alla “congiura dei baroni”, e qui spesso e volentieri, complice la lontananza dalla capitale del Regno, si riunivano per ordire i loro disegni sovversivi.    

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I Baroni, veri ras locali, sentitisi minacciati dalle riforme messe in atto dal sovrano, che minavano i loro strapoteri, tramarono per rovesciarlo. Supportata dal pontefice, Innocenzo VIII, la congiura infiammo rapidamente tutta la regione, ma alla fine, sgominata, i suoi artefici giustiziati, ed i loro beni confiscati. 

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Il Palazzo cambiò vari proprietari, nei secoli successivi, e tra gli ospiti eccellenti, annovera donna Anna Carafa di Stigliano, famosa per la sua bellezza leggendaria, che vi dimorò nel 1691.                                                                                                                                                       

La seconda parte del suo nome, la deve a Giovanni Novelli, eminente giurista, che vi abitò durante il Fascismo, fino alla sua morte, avvenuta nel 1943.

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Nel 1998 è il Comune di Carinola che acquista il Palazzo e si sobbarca le ingenti spese per restaurarlo definitivamente, ma mette a frutto il suo investimento. Oltre ad essere sede di eventi e manifestazioni, come il premio Matilde Serao, è sede della Biblioteca Comunale, ospita la Sala Comunale, ed un’importante sala congressuale. Ci sono spazi dedicati alla didattica, un museo d’Arte contadina, ed una collezione di presepi d’autore, ma soprattutto è sede della Coperativa Lilladis, che si occupa di promuovere il turismo per tutta la zona. È grazie alla gentilezza della dottoressa Antonella Di Stasio, responsabile legale, che la nostra visita è stata possibile, ed al signor Russo, il custode, che si è prodigato come cicerone, dandoci esaustive spiegazioni sul Palazzo.     

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