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QUANDO UN MUSEO ARCHEOLOGICO DIVENTA TECNOLOGICO

Scritto da Matteo Zapelli Il . Inserito in Port'Alba

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Il MANN di Napoli non smette mai di deludere il pubblico di appassionati e si dimostra ancora una volta all'avanguardia tra i musei campani e del sud Italia. A brevissimo infatti aprirà una nuova sezione, dedicata alla "Tecnologia romana".

Il progetto è stato presentato dal direttore Paolo Giulierini in collaborazione con il Museo Galilei - Istituto di Storia della Scienza di Firenze diretto da Roberto Ferrari. Si tratta di un percorso che sarà strutturato attraverso circa cento reperti, video e ricostruzioni dei macchinari antichi. Non mancheranno per i visitatori delle guide didattiche, utili soprattutto per mettere in evidenza un legame nascosto, ma presente, tra le conquiste del mondo antico e la padronanza delle tecnologie. Basti pensare ad esempio al processo di costruzione di un tempio, dalla cavatura delle pietre fino all'innalzamento delle colonne' come ha sottolineato Giulierini.

Il rapporto tra Napoli ed il museo Galilei è duraturo: già nella mostra di Storia della scienza tenutasi a Firenze nel 1929, la Campania fu rappresentata proprio dai materiali e dalle macchine dell'Archeologico. Il MANN nel suo patrimonio conserva infatti macine, strumenti utilizzati per coltivare e misurare la terra, pesare e conservare le derrate: la groma dalla bottega di Verus, rastrelli, zappe, vanghe, forche, squadre, compassi, fili a piombo, calibri, martelli, scalpelli. E per l'idraulica, le grandi valvole rivenute a Pompei, le fistule in piombo, le chiavi, i rubinetti, le bocche di fontana, le vasche da bagno in bronzo. Lenti, prismi, globi ustori rappresenteranno il rapporto con la luce e il fuoco. Emergeranno in gran parte dai depositi reperti in maggioranza vesuviani, meridiane, pesi in bronzo o pietra, bilance.