Come parlare ai bambini per attivare l’apprendimento? (seconda parte)
È molto interessante l'esercizio di ascolto e il modo in cui si assimilano i sentimenti di un bambino al fine di determinare quali sono i suoi bisogni. Quando si è un ascoltatore attivo, il libro “How to talk so that children can learn (at home and in a school)” afferma che è più facile riassumere il punto di vista dei bambini.
Si può, anche, esprimere i propri sentimenti e bisogni come insegnante, invitando il bambino a fare brainstorming su un problema, così da innescare un processo di generazione di idee. L’insegnante può scrivere tutte quelle idee senza valutarle, senza dire nulla e senza esprimere giudizi. Poi insieme agli studenti o con tutta la classe, stabilire quali idee piacciono e quali no.
È molto semplice: si tratta di descrivere non solo ciò che si vede, ma anche ciò che si sente, e poi indicare ciò che deve ancora essere fatto, in modo costruttivo. Ad esempio attraverso lodi utili e risposte costruttive atte a fornire indicazioni, a correggere alcuni comportamenti senza ricorrere ad attacchi personali, evitando di classificare i bambini.
A volte gli studenti sono bloccati in un'identità costruita, quindi cercare opportunità per mostrare una nuova immagine di sé stessi aiuta molto. Inoltre si può mettere il bambino in una situazione in cui si vede in modo diverso, non tralasciando di ricordargli i suoi successi passati.
Nel rapporto con i genitori, gli insegnanti possono iniziare descrivendo alcuni aspetti positivi del bambino, poi passare a descrivere cosa il bambino deve fare per vivere serenamente nella classe, condividendo le informazioni pertinenti su un particolare incidente, permettendo ai genitori di raccontare cosa ha funzionato a casa. Tutto ciò prima di sviluppare insieme un piano e poi concludere la conferenza con una dichiarazione positiva e la rassicurazione da parte dei genitori sul perseguimento del piano.
Per saperne di più:
Come parlare ai bambini per attivare l’apprendimento? (prima parte)