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Cenni storici del calcio

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Il Pallonetto

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Una specie di calcio era praticato in Giappone verso il sec. XI a.C. Nello stesso periodo in Cina era molto diffuso il ‘tsu-chu’ (letteralmente, palla di cuoio sospinta dal piede) che impiegava un pallone ripieno di capelli femminili, e porte chiuse da una rete. Il ‘tsu-chu’ nel 500 a.C. faceva parte del programma di addestramento dell’esercito cinese. Un manoscritto del 50 a.C., conservato a Monaco, attesta l’introduzione del ‘tsu-chu’ in Giappone e la disputa di incontri internazionali tra squadre dei due Paesi.

Omero ci ha tramandato la prima cronaca di una partita giocata col pallone giocata in un Paese mediterraneo. In Grecia si affermò, più degli altri, l’ ‘episkyros’, che a Roma divenne ‘harpastum’ ed era giocato soprattutto da soldati. Marziale descrisse due tipi di pallone usati ai suoi tempi: la pila paganica, usata specialmente dai contadini, di cuoio e piena di piume; la ‘follis’, sempre di cuoio, ma con camera d’aria costituita da una vescica.

Nel Medioevo i giochi con il pallone furono soprattutto espressione dell’antagonismo tra villaggi o tra fazioni dello stesso villaggio; perse le regole dell’antichità, obbedivano, dà luogo a luogo, a norme diverse. Enrico II d’Inghilterra proibì ogni forma di calcio allora praticata per l’eccessivo entusiasmo provocato. Una cronaca londinese del 1175, tuttavia, narra i timori dei più per la violenza con cui si giocava a pallone durante il carnevale. In Francia, nello stesso periodo, si giocava, esclusivamente con i piedi e in modo assai violento, la ‘savate’. Una lettera di grazia (1374) per il paese di Chanuy, in Francia, parla della ‘soule’ come di contesa col pallone da lungo tempo praticata tra villaggi.

Ma la città dove il gioco del calcio ebbe il massimo fulgore fu la Firenze medicea. Il vocabolario della Crusca, edito a Venezia nel sec. XVIII, dà del gioco del calcio questa definizione: <<E’ calcio, anche nome di gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata con una palla a vento, somigliante alla sferomachia, passata dai Greci ai Latini e dai Latini a noi>>. Il calcio fiorentino, assai diffuso, dava luogo a incontri ufficiali, nelle grandi ricorrenze, tra i partiti dei “verdi” e dei “bianchi”, rispettivamente della riva sinistra e della riva destra dell’Arno. Il campo di gioco era piazza Santa Croce. Il partito che vinceva si appropriava delle insegne avversarie.

Ogni partito era formato da 27 giocatori: 15, divisi in tre gruppi di 5, formavano la linea degli “innanzi” che aveva compiti di attacco; 5 formavano la seconda linea, si chiamavano “sconciatori” e dovevano intralciare le manovre avversarie; 4 componevano la terza linea ed erano i “datori innanzi”, rilanciavano cioè la palla verso gli innanzi; 3, infine, formavano l’estrema linea dei “datori indietro”, che impedivano agli “innanzi” avversari di raggiungere con la palla il fondo del campo e conquistare una “caccia”. Nel sec. XVII un gioco simile al calcio fiorentino si praticava a Venezia; a Bologna era stato proibito nel 1580.

In Inghilterra, invece, Giacomo I Stuart, promulgando la ‘Declaration of sports’, aboliva nel 1617 divieti e restrizioni che avevano colpito il calcio e ne favoriva la rapida diffusione, specialmente nei ‘colleges’. Nel 1820 il calcio aveva già regole simili a quelle moderne, tra le quali quella del fuorigioco, ma se ne osservavano di differenti da luogo a luogo. Un primo tentativo di unificazione si ebbe con le “14 regole” di Cambridge (1848), ma il primo regolamento tecnico unificato fu adottato il 26 ottobre 1863 a Londra, quando i rappresentanti dei ‘clubs’ calcistici inglesi e scozzesi (il più antico, lo Sheffield, fu fondato nel 1855) costituirono la Football Association. E’ questo l’avvenimento che si assume come atto di nascita del calcio moderno. Nel 1871 si disputò il primo campionato britannico e nel 1886 le quattro federazioni britanniche di calcio costituirono l’International Board. Nel 1904, a Parigi, fu costituita la FIFA.