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Premio Giacinto Gigante

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Port'Alba

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Il “quartierino d’autore”, finora conosciuto da pochi amici e appassionati d’arte, in questi giorni vive il suo momento di gloria, ospitando la prima edizione del “Premio Giacinto Gigante”.

                  

Il 20, 21 e 22 giugno, dopo un susseguirsi di “performances” artistiche di tutti i tipi, che spaziano dalla musica alla danza, dalla poesia alle esposizioni di quadri, sculture, ceramiche e quant’altro, verrà assegnato il premio, che in questa prima edizione, come sottolinea Willi Santangelo, promotore e organizzatore dell’evento, nonché “patron” di WESPACE, la galleria d’arte da lui sponsorizzata, non vuol essere una competizione artistica, bensì un incontro tra artisti e amanti dell’arte. Una mera opportunità per esporre opere e pensieri in città, e quale miglior occasione che un premio creato “ad hoc”, intitolato ad uno dei pittori partenopei più illustri e famosi.

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Torniamo alla location, che non è stata scelta a caso, perché il “Quartierino d’autore”, sorge in quel largo Vasto a Chiaia che non esiste nella toponomastica di Napoli, ma non è altro che uno slargo ubicato nella parte bassa di vico Vasto a Chiaia, all’incrocio con via Vetriera, proprio lì, dove sale verso il cinema “Delle Palme” e le Rampe Brancaccio, dove il pittore aveva la sua bottega, al numero 9, ospite del suo collega Anton van Pitloo. E fu qui, proprio qui, che due secoli fa nacque la Scuola di Posillipo, uno dei movimenti pittorici più interessanti dell’Ottocento.

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Da lunedì mattina, in vico Vasto ferve un’insolita agitazione. La stretta stradina, mortificata da un’impalcatura di eterni lavori di ristrutturazione, di cui si è persa sia l’origine che la memoria, gode di un colore nuovo e vivace: i pannelli di truciolato sistemati a coprire parte dei tubolari che formano l’impalcatura, sono stati ricoperti di immagini spettacolari.

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“Finchè porterai un sogno nel cuore, non perderai mai il senso della vita”. Più che il titolo di questa stupefacente sfilata di “forex”, che raccoglie immagini e foto di opere spesso già esposte negli spazi di WESPACE, un vero e proprio messaggio di ottimismo e bellezza, curato da Giusi Iacovelli, storica dell’arte, ed artista lei stessa.

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Ma questo non è che l’esterno, una sorta di copertina, potremo dire, della tre giorni del premio dedicato a Giacinto Gigante, perché nel sottosuolo, nella Galleria WESPACE, è un susseguirsi di spettacoli. Mario Cavallini, maestro della canzone Napoletana, di cui è un interprete magistrale ormai da mezzo secolo, si esibisce nel suo repertorio ispirato da Sergio Bruni, accompagnato dal poliedrico percussionista Gino Amato. La danza è presente, e curata da Laura Franceschetti e Barbara Postiglione, ed il martedì mattina, in attesa dell’evento clou, in cui verrà scoperto il busto del pittore, si esibisce in una lettura di poesie Antonella Lairano, venuta appositamente da Bari, che ci confessa che visitare Napoli è sempre stato un suo desiderio, ed oggi, come si suol dire, ha colto “due piccioni con una fava”.

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Finalmente, attorno a mezzogiorno di martedì 21 giugno, l’assessore Nino Daniele, al cospetto dell’organizzatore dell’evento Willi Santangelo, dell’assessore alla cultura Benedetta Sciannimanica, e di una piccola folla, scopre il busto di Giacinto Gigante. È presente, orgoglioso, l’autore, lo scultore Bigal, al secolo Biagio Gallo, accompagnato dal collega e vicino di “atelier” Neotto.   

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Contagiato dall’atmosfera, l’assessore Daniele recita “Poesia di scolaro in fondo al mare”, di Aldo Masullo, e riceve gli applausi degli astanti.

Torniamo al premio, che come già detto, non è frutto di una competizione, ma viene assegnato come un omaggio alla carriera, all’artista Diana Franco, poliedrica interprete della scena culturale napoletana, e viene ritirato, mercoledì sera, dalla figlia Manuela Capuano.                                                             

 L’”happening” non è ancora finito, e continuerà ancora a lungo, e si esibiranno moltissimi artisti, tra i quali Gloria Greco, amica e discepola di Roberto Murolo, accompagnata dal maestro Franco Farina.                                                                    

Non me ne vogliano tutti coloro che non ho citato, ma mi servirebbero ancora tre pagine per lo meno, tante sono state le partecipazioni.