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La rivoluzione russa del 1905 (prima parte)

Scritto da Antonio Capotosto Il . Inserito in Port'Alba

rivoluzione russa 1905

Con questa espressione ci si riferisce a quella fiammata rivoluzionaria che investì la Russia zarista negli anni a cavallo del XX secolo e che registrò, appunto nel 1905, i più clamorosi episodi.

Occorre considerare che nel sec. XIX, dopo (e anche in conseguenza) le guerre napoleoniche, la società russa era entrata in crisi. Le classi medie e l’ ‘intelligencija’ per prime si erano poste su un piano di netta contestazione dell’autocrazia facendo propri ideali spesso romantici, quasi sempre utopistici, nell’intento di avviare la nazione verso livelli umani più accettabili. Sul finire del secolo l’impatto con le teorie marxiste coincise con il decollo dell’industrializzazione e mentre si avviava un processo di urbanizzazione senza precedenti si apriva anche un dibattito, negli ambienti progressisti, destinato a chiarire e razionalizzare i termini della lotta al potere assoluto. I movimenti di emancipazione si trasformarono rapidamente in partiti politici, i cospiratori in quadri efficienti.

Opuscoli e giornali clandestini cominciarono a circolare nella massa sempre meno grigia e abulica del nuovo proletariato urbano alle prese con il nuovo capitalismo sfruttatore e miope almeno quanto era incapace e chiuso il governo dello zar. Così per il popolo russo zar e padrone finirono per essere identificati nel nemico da piegare. Ma su questi motivi di fondo concordavano, in parte, anche la borghesia e l’aristocrazia meno retriva le quali, aspirando a una modernizzazione (in senso occidentale) delle strutture dello Stato, intravvedevano la possibilità di un’ascesa politica e quindi un consolidamento dei propri interessi.

All’inizio del nuovo secolo questo processo di politicizzazione della società era in pieno svolgimento quando si abbatterono sulla Russia due eventi: una profonda recessione economica (1902-03) e la guerra in Estremo Oriente. Questi fatti, mettendo drammaticamente in luce la cronica inefficienza dell’apparato governativo, fecero precipitare la situazione. Contadini e operai, un po’ ovunque, nell’immenso impero scesero nelle piazze. Liberali, social-rivoluzionari e social-democratici si trovarono coinvolti nella lotta. Questi ultimi, diffidando della borghesia, non s’impegnarono direttamente nell’azione, anche se Lenin, il loro esponente più qualificato, seguiva con attenzione gli eventi.