Il Museo Madre dedica una mostra alle utopie di Ugo Marano
Un uomo estroso e dalla grande capacità creativa. Capelli lunghi, sguardo magnetico, Ugo Marano passeggiava per le strade della costiera amalfitana, dove aveva vissuto gran parte della sua vita, immaginando il futuro della “Valle delle Rane”.
Il museo Madre di Napoli dedica all’artista salernitano - tra i maggiori interpreti dell’arte della ceramica e della pittura vascolare - la mostra Le Stanze dell’Utopia, che è stata inaugurata giovedì 16 marzo e resterà in esposizione fino a giovedì 31 Maggio.
«Le rane torneranno a gracidare» scriveva Ugo Marano nel suo manifesto artistico degli anni Novanta, quando diede vita a un progetto utopico che avrebbe dovuto rilanciare l'intera zona collinare intorno a Capriglia, in provincia di Salerno, sua casa natale. La crisi della produzione del cotto, per tanto tempo produzione d’eccellenza nella zona, a partire dagli anni Cinquanta provocò la chiusura di forni e botteghe gettando la valle nel degrado. Ed è proprio da questo oblio che Marano tentò di spinger fuori il territorio fondando nel 1997 il Museo Città Creativa, un laboratorio che diventerà una vera e propria fabbrica di cultura ceramica, «arte regina divenuta cenerentola per piacere a tutti». Ugo Marano è stato un artista, ceramista, studente dell'Accademia del Disegno presso la Reverenda Fabbrica di San Pietro nella Città del Vaticano e l'Accademia del Mosaico di Ravenna. Un talento visionario. Negli anni Settanta fu invitato a esporre alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano, nel 1982 al Centre Pompidou di Parigi. Nel 1991 creò il gruppo dei "Vasai di Cetara" nel borgo di pescatori in cui ha vissuto, a pochi chilometri da una città, Salerno, in cui nel 1996 progettò e realizzò la Fontana Felice. Figura eclettica, artista a tutto tondo, Ugo Marano muore nel 2011, a 68 anni, lasciando alla famiglia un importante patrimonio di opere d'arte, oggi conservato in "Casa Marano" a Capriglia.