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Assumi tua moglie? Non puoi dedurne il costo

Scritto da Giuseppe Pedersoli Il . Inserito in La Bufala

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Il funerale d Eduardo De Falco è anche quello della burocrazia. E di norme desuete, illogiche, kafkiane. Eduardo, Eddy per gli amici, è (era) il pizzaiolo-panificatore di Casalnuovo che si è suicidato dopo avere ricevuto una multa di duemila euro  dall’ispettorato del lavoro.

La moglie era stata trovata a lavorare nel laboratorio  senza le necessarie autorizzazioni.  De Falco non ha retto, ha scelto di togliersi la vita  e lascia,  oltre alla moglie, tre figli. Gli ispettori che hanno redatto il verbale, poi concretizzatosi in multa, si sono giustificati: applichiamo le norme. Ma è importante che qualcuno ricordi che le norme possono essere sbagliate e, quindi cambiate. Non sono le tavole della legge di Mosè. Adesso c’è Matteo Renzi premier. Dopo aver ascoltato il suo discorso d’insediamento, credo di poter sperare che sia stato sincero, questa volta. Semplificazione e lotta alla burocrazia siano davvero un obiettivo di parlamento e governo. Non è soltanto una questione di buonsenso, del tipo: la moglie che aiuta il marito nell’azienda di famiglia, che sarà mai! No, siamo in presenza di un ossimoro giuridico. Arriva una sanzione perché la signora dava una mano per evitare ulteriori costi al marito imprenditore (o artigiano, ma è lo stesso). Se Eduardo avesse chiesto al commercialista o al consulente del lavoro: “Quanto costa assumere mia moglie, così mi metto in regola”, si sarebbe sentito rispondere che per il fisco non si può. Non si può assumere il coniuge e nemmeno i figli. O meglio, i relativi costi non sono ammessi in deduzione. Non si possono “scaricare”, come si dice in gergo. Tradotto per chi non si occupa professionalmente di questi argomenti, non c’è alcuna convenienza a dare lavoro a moglie (o marito) e figli. L’articolo 60 – ma anche il 54 – del testo unico delle imposte sul reddito è molto chiaro. E poi ci si mette anche il ministero del lavoro e delle politiche sociali. Cito soltanto la circolare 37 del 2013:  il ministero chiarisce all’Inps che, in caso di assunzione di un parente, è necessaria “un’attenta attività istruttoria al fine di poter verificare l’assoggettamento al cosiddetto potere direttivo, organizzativo e subordinato del soggetto”. La tragedia di Eduardo De Falco impedisce, anzi vieta qualsiasi tipo di ironia, però un commento va fatto: possibile che il marito debba dimostrare di comandare e di disporre, magari per iscritto, sulle eventuali assenze della moglie? Insomma, se assumi un parente non puoi dedurre il costo. Se il parente stretto, strettissimo, comunque ti dà una mano in azienda, ti becchi una multa di duemila euro. Ma gli ispettori non hanno colpe, per il suicidio di Eduardo De Falco. Hanno applicato la legge, hanno obbedito agli ordini. E’ una giustificazione antica.