Yes, we bike
A pedalata assistita, da cross, da passeggio, il fantastico “tandem”. Se ancora non ne possiedi una, non sei nessuno. La bicicletta è il futuro dei napoletani, in bike we trust o, se proprio vogliamo osare: yes, we bike.
Parliamoci chiaro, siamo troppo sedentari. Auto e scooter anche per percorrere i cento metri che ci separano dall’edicola o dal tabaccaio. C’è una bici per rimettere in moto il metabolismo, anche se bici e moto sembrano in contrapposizione. E, come sempre, il nostro sindaco lo ha capito prima di tutti noi. Ancora una volta “Voi non conoscete i vostri problemi, noi li abbiamo studiati per anni” (cit., Troisi e Arena, La Smorfia).
Poco importa se le strade sono dissestate peggio che a Bagdad, se in via Marina è più utile un fuoristrada e se i “rattoppi” delle buche durano quindici giorni. Abbiamo una segnaletica per le biciclette che fa invidia a Stoccolma. Una segnaletica appena rimessa a nuovo e dalla grafica post moderna, anche se in quei tre o quattro secondi necessari ai nostri poveri neuroni per capirne il significato, si rischia di finire, distratti e travolti, sotto alla betoniera che incede alla nostre spalle.
Diamine, non siate pessimisti!
Il lungomare liberato, il bosco di Capodimonte, la riaperta Floridiana: ci sono un sacco di posti, a Napoli, dove auto, moto e motori in genere sono vietati, si può passeggiare, riflettendo sul significato del ghirigoro post moderno, senza pericolo alcuno. Non possiamo stare sempre lì a protestare per il traffico, per la microcriminalità, per il lavoro che non c’è, per le scuole senza refezione, per i pochissimi bus in circolazione.
Think positive, think pink. In bike we trust.
Il nostro primo cittadino va a Palazzo San Giacomo in bicicletta, i suoi figli sono sempre a pedalare, moglie e parenti sono clienti fissi di Decathlon per ricambi, accessori e abbigliamento sportivo.
Fiero di essere napoletano, orgoglioso di essere un biker.
Una pedalata ci salverà la vita.
Yes, we bike. Grazie, Luigi.