Medicina e arte s’incrociano nella prima personale di Giona Francis
Si intitola “Der fehler und die stille” (l’errore e il silenzio, ndr) la prima personale di Giona Francis ospitata negli spazi dell’ostello della gioventù La Controra (piazzetta Trinità alla Cesarea 231, Napoli), da venerdì 18 a domenica 31 agosto 2014.
Giona Francis è uno pseudonimo che copre, o meglio difende, una persona fisica, reale, la cui altra passione nella vita è facilmente intuibile dalle tele esposte: la medicina. Non è del resto inusuale questo connubio medicina-arti figurative, che ha visto illustri predecessori come il napoletano Ernesto Tatafiore. Allo stesso tempo Giona è giovane, molto giovane, e se scrivere di arte non è mai facile, scrivere di giovani artisti lo è ancor di meno, per il timore di cristallizzare troppo presto una poetica che non può non essere che in continua evoluzione. Parimenti, diffondere, dare voce al lavoro degli artisti in erba è un doveroso riconoscimento alla loro più grande dote: il coraggio. Quel coraggio che richiede il mettersi in discussione creando, esponendo, diffondendo un qualcosa di profondamente proprio, in un mondo che ha fatto della riproducibilità (industriale, intellettuale, sociale) la propria essenza.
Giona difende strenuamente la sua vera identità, né qui si tenterà di smascherarlo. Per lui, parleranno le opere esposte alla Controra, e che è possibile dividere in due categorie: le tele astratte e quelle cosiddette “chirurgiche”.
Se nelle tele astratte Giona trasmette un’idea d’arte come mistero, lontana dall’accademia figurativa, dalla semplice illustrazione, è nelle tele “chirurgiche” che si denota maggiormente la peculiarità del lavoro di quest’artista. Da un lato, Francis ripropone le impressioni raccolte al tavolo operatorio: luoghi tetri, dove l’idea della morte, della perdita, è una costante. Allo stesso tempo, il medico-chirurgo, con i suoi gesti attenti, è toccato da una luce diversa, quasi a volerlo indicare come unico argine contro il nulla.
Sfondando il muro della semplice pittura, la seconda serie delle tele “chirurgiche” toccano più livelli della creazione, come il collage e la commistione di elementi diversi. Su sfondi colorati si ergono garze, tubi di plastica, pezzi di metallo o di hard disc. Strumenti d’uso comune, facenti parte della quotidianità della professione medica, ma che nelle tele di Giona trovano nuova luce e forza propulsiva. Come nota Tamino Principe nel suo ottimo commento alla mostra, “Francis reagisce alla ventata asettica generata dalla Post Internet Art e dal Nuovo Astrattismo – omologato a tal punto da spingere l'autorevole critico americano Jerry Saltz ad intitolare un suo articolo apparso sulla rivista Vulture "Zombies on the Wall: Why Does so Much New Abstraction Look the Same?" – scegliendo la via emozionale, pur mantenendo uno sguardo estremamente lucido e attento sul panorama dell'arte contemporanea”.
Dopo la segnalazione al Premio Celeste 2013 con l'opera The illusion of giving audience, l’esposizione alla Controra rappresenta un salto di qualità per il lavoro di questo giovane quanto enigmatico artista, che sembra anche volersi ribellare al destino di aridità culturale cui la classe medica sembra essere condannata, essendo troppo spesso autoreferenziale. Non resta quindi che augurare il meglio a chi prova, con le sue sole forze, a ergersi da uno sfondo incolore, regalando così, a Napoli e ai suoi figli più giovani sempre più spesso emigranti, un esempio di professionalità mista a fantasia e libertà d’espressione. Sperando sia, allo stesso tempo, anche di buon auspicio.
Di seguito, alcune delle creazioni di Giona Francis che è possibile ammirare alla Controra: