Caro Ciro.
Ciro ha il mio stesso cognome e ed è come me cattolico. Ciro scrive al Papa una lettera che non so se il Papa leggerà. Una lettera che esprime un sofferenza e un risentimento comprensibili, che mi ha molto colpito e che non può lasciare indifferenti. Non voglio sostituirmi certo al Pontefice, però credo sia necessario innanzitutto chiarire alcune cose. Andiamo con ordine. Qualche giorno fa il sito del parlamento Ugandese pubblica “Speaker Kadaga receives blessings from the Pope at Vatican mass”.
Subito alcuni giornali rilanciano la notizia, l’occasione è ghiotta per criticare il Papa. Non fanno alcuna verifica, non sono presi dal dubbio che era interesse del Parlamento fregiarsi di una benedizione di una personalità così nota. Non dicono che La Kadaga, aveva guidato una folta delegazione di parlamentari e magistrati dell'Uganda giunta a Roma per partecipare il dieci e undici dicembre alla Settima Assemblea dei Parlamentari della Corte Internazionale dei Crimini e alla Conferenza Mondiale dei Parlamentari per i Diritti Umani, tenutasi presso la Camera dei Deputati e le cui conclusioni sono state affidate alla senatrice Emma Bonino. La Kadaga dunque era stata ospite del parlamento italiano e aveva incontrato diversi magistrati, senatori e parlamentari, ma questo non viene detto. Solo successivamente si è recata in Vaticano dove ha partecipato ad una funzione religiosa, insieme a migliaia di altri pellegrini, poi ha incontrato il Papa da cui ha ricevuto un saluto, nessuna benedizione, come capita in questi casi alle delegazioni di un certo rilievo. Quanto alla legge contro gli omosessuali in discussione in Uganda, (dove l'omosessualità aimè è già reato, di questo quella stessa stampa poco si è occupata) non prevede più la pena di morte, che era invece inserita in una stesura precedente nel caso di rapporti sessuali tra omosessuali HIV-positivi e di rapporti tra omosessuali con minori o disabili. Il che non toglie, ovviamente, che la legge in discussione sia orrenda e inaccettabile.
Rebecca Kadaga, che pure si è detta a favore della legge, non è la promotrice del provvedimento, che è stato invece avanzato dal parlamentare ugandese David Bahati. Questo certo non ti rasserenerà, dunque non ti chiedo di rivedere le tue posizioni, ci mancherebbe. Può però indurti ad essere diffidente verso un certo tipo di giornalismo.
Quanto poi al messaggio per la giornata mondiale della pace ti invito a leggere l’intero testo, vi troverai quel passaggio che ha fatto scaturire il tuo risentimento e le tue critiche, ma ti accorgerai che i toni sono diversi e l’argomentazione meno schematica di quanto riportato dalla stampa. Scoprirai che il Papa dice una cosa forse sfuggita ai più: “Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa” quel che dice il Papa non è verità di fede, dunque se sono riconoscibili dalla ragione con la ragione si può dimostrare che sono sbagliati. Io come te possiamo dissentire serenamente senza mettere in discussione la nostra fede e la nostra appartenenza alla Chiesa, so bene che questo non ti basta, tuttavia può indurti a pronunciare quella parte del credo sulla quale ti fermi. Nel messaggio del Papa troverai Ciro, anche altre affermazioni una delle quali mi piace riportare seppure non riguardi l’argomento della tua lettera:
“Per uscire dall’attuale crisi finanziaria ed economica – che ha per effetto una crescita delle disuguaglianze – sono necessarie persone, gruppi, istituzioni che promuovano la vita favorendo la creatività umana per trarre, perfino dalla crisi, un’occasione di discernimento e di un nuovo modello economico. Quello prevalso negli ultimi decenni postulava la ricerca della massimizzazione del profitto e del consumo, in un’ottica individualistica ed egoistica, intesa a valutare le persone solo per la loro capacità di rispondere alle esigenze della competitività. In un’altra prospettiva, invece, il vero e duraturo successo lo si ottiene con il dono di sé, delle proprie capacità intellettuali, della propria intraprendenza, poiché lo sviluppo economico vivibile, cioè autenticamente umano, ha bisogno del principio di gratuità come espressione di fraternità e della logica del dono”
Caro Ciro anche io sono sicuro che a Natale Gesù bambino nascerà nel tuo cuore e in quello dell’uomo che ami. Sono sicuro anche che, se pur non avremo modo di incontrarci, saremo uniti nella consapevolezza di essere fratelli perché figli di un unico Dio Padre/Madre.
Ps: Avrei evitato quella foto, per chi come te conosce il popolo cattolico, sa che può ferirlo.
Fonti
(http://www.parliament.go.ug/new/index.php/about-parliament/parliamentary-news/147-speaker-kadaga-receives-blessings-from-the-pope-at-vatican-mass)
(http://webtv.camera.it/videoAllegati//5507/Programma%20PGA%20CAP-ICC%20Roma%206Dic%20ITALIANO.pdf)
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_ben-xvi_mes_20121208_xlvi-world-day-peace_it.html