DILUVIA  AD AUSCHWITZ

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Diluvia

ritmo contro ritmo batte l’acqua  i tristi binari 

i mattoni anneriti delle baracche

e l’aspro odore dei corpi bruciati.

con le gocce sconfina la pelle,

gli orizzonti del cuore, le creste delle onde che accompagnano la morte.

liquido  fuggiasco

scivola sui deserti,  assetati campi

stagna in bacini di vergogna 

si frammenta in isolati pozzi di sete.

la mia polena fuori dal cancello naviga veloce

scrutando sulla scia dei rivoli nel fango la libertà violentata.

non si può  volare senz’ali .

desidero con respiro lungo

raggiungere  i fondali profondi dell’anima del mondo

per guardare i mondi silenti

e il nido accogliente di quei cuori in trepida attesa del nulla

ora  nostri scarti di violenza.

vorrei  si stupisse del loro morire.

non basta la tenerezza dei sogni imprigionati nei ricordi a salvare

a rompere con ami ed ancore appuntite  i muri della realtà

per approdare a limpidi porti

per soffiare lontano i rifiuti

e far galleggiare i tesori.

diluvia ad Auschwitz.

fuori dal cancello.

una danza  inventiamo, 

per mescolare in  suoni gli scrosci delle sconfitte, gli echi dei soprusi

e nella verità della memoria

spalancare come una ferita la sua dolorosa  luce.

Rita  Felerico

DOMANDE SCOMODE AI COLLOQUI DI LAVORO

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Quando si guarda al mondo del lavoro, è impossibile non pensare al fatto che vi sono alcune cose ben chiare e altre meno. È ben noto a tutti, per esempio, quanto il panorama lavorativo si trovi sempre in una costante fase di cambiamento; e quanto ci sia, proprio per questo motivo, un sempre crescente bisogno di dimostrare di poter apportare una serie sempre nuova di competenze e di capacità.
Va da sé che proprio per questa motivazione è necessaria non solamente una cura approfondita del proprio curriculum vitae, che quindi da solo non può più essere sufficiente, ma diviene molto utile anche il prepararsi attentamente all’affrontare quella fase immediatamente successiva alla sua presentazione, che consiste in quella altrettanto cruciale del colloquio.
Il colloquio viene percepito da quasi ogni candidato come una fonte più o meno grande di stress, questo in special modo perché si sa che ci si troverà di fronte a un selezionatore, che proprio come un vecchio professore di scuola è pronto per porci delle domande e far cadere su di noi la scure del giudizio.
È vero che alcune delle domande poste dai recruiter mirano a mettere il candidato alla prova per osservarne le reazioni, ma così come un professore degno del suo nome non ha il compito di esprimere un giudizio sulla nostra persona, vale lo stesso per colui che ci siede di fronte in sede di colloquio.
Il compito del selezionatore in grado di saper svolgere professionalmente il proprio mestiere è quello di comprendere quanto un candidato sia adatto o meno per quel lavoro e di valutarne le competenze e le capacità in relazione all’eventuale possibilità di ricoprire o meno un ruolo specifico all’interno dell’azienda. Pertanto, è un fatto cruciale che le domande del recruiter riguardino esclusivamente la sfera professionale e mai quella privata. Così come è necessario che le risposte fornite restino nella stessa area di competenza. continua la lettura….

NATO, il baluardo americano ha ancora motivo di esistere a Napoli?

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La NATO, Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, è un’alleanza militare internazionale e intergovernativa, fondata nel 1949 come risposta repentina alle minacce derivanti dalla Guerra Fredda, tra blocco occidentale e blocco orientale, tra USA e URSS. L’Organizzazione ha coinvolto dodici Paesi membri in un primo momento, un numero ben più esiguo degli attuali ventisei, e fin dal principio tra i membri fondanti c’è stata l’Italia.

continua la lettura….

Qualcosa di Napoli e/o Qualcosa di Nuovo?

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Raccontare cosa è stata l’esperienza di Qualcosa di Napoli non è un’operazione semplice, al dato giornalistico si aggiunge quello sentimentale.

QdN è stato, piuttosto che un giornale, il progetto di una comunità che voleva esprimere a gran voce il proprio punto di vista e dare un contributo reale in termini di idee e visione al dibattito sulla e della città.

L’anno di fondazione è il 2012, una storia lunga per una testata online con finanziamenti pari a zero se non il libero contributo dei soci in termini di tempo, impegno e dedizione. Come ogni ente senza scopo di lucro, QdN, ha naturalmente vissuto momenti alti e bassi, ed essere arrivati ancora attivi al 2024 di certo fa onore. 

Come ogni progetto però, per rilanciare la sua forza, ha bisogno di rinnovarsi, di terminare per poi rinascere, come avviene per l’arcano numero 13 dei Tarocchi, che in vista della presentazione del giornale abbiamo ridisegnato in una edizione dedicata alla città di Napoli.

L’arcano 13 (in alcuni mazzi identificato come la Morte) all’apparenza così austero e legato a significati negativi è in realtà il principio di ogni trasformazione: per rinascere bisogna un po’morire, se ciò non avviene il rischio è la stagnazione, ci si impantana in un circolo vizioso di ripetizioni di schemi non più attuali. Così l’arcano 13 del nostro mazzo (la Sirena), come si può osservare dall’immagine in copertina è una carta già figurativamente positiva, l’acqua che scorre in abbondanza porta via il vecchio e si rinnova, in un flusso continuo che mai si esaurisce e che mescola vecchio e nuovo. E’ questo il significato simbolico della fine e della rinascita di questo progetto.

La parola d’ordine di questo nuovo ciclo del giornale è dunque Trasformazione. Lasciare andare il precedente non è mai un’operazione semplice, ma come Napoli vive oggi una nuova fase, così di pari passo deve avvenire per il giornale.

La prima grande trasformazione di QDN è il passaggio da settimanale a periodico. Intendiamo fornire una riflessione più profonda rispetto alla semplice notizia d’attualità. In questi mesi di riflessione interna ci si è a lungo interrogati sulla necessità e l’utilità di questa testata per il territorio e si è deciso di puntare sulla riflessione critica e di scegliere come spazio di riflessione l’intero territorio dell’area metropolitana di Napoli.

La seconda trasformazione che interessa il giornale riguarda la grafica e le rubriche. La piattaforma del sito è stata rinnovata per essere maggiormente fruibile anche da dispositivi mobili, così come la presenza sui social (Facebook e Instagram) è stata rafforzata.

I nomi delle rubriche risultavano altisonanti e difficili da decifrare a un primo sguardo. Si è voluta quindi sostituirle con una suddivisione per argomenti. Modifica delle rubriche non significa però modifica dei temi d’interesse. I nostri argomenti di riflessione, le battaglie sostenute, il punto di vista, rimangono fedeli alla nostra tradizione. L’operazione piuttosto che sostitutiva è additiva, si aggiungono alle battaglie storiche (come quella per la tariffa RCA unica a livello nazionale) una maggior attenzione alla transizione ecologica, all’urbanistica e ad altri temi oggi attuali. Alla consueta rubrica culturale si aggiungono racconti, poesie e fotografie, elemento meno canonico per un giornale, ma che serve a ricordarci che Qdn vuole essere fuori da certe classificazioni e schemi escludenti ed essere un contenitore ampio di riflessione, dibattito e arricchimento culturale. Le rubriche da cui partiremo sono: Ambiente, Politica, Scienze e Filosofia, Sport, Attualità, Cultura e Spettacolo, Diritti e Bioetica, Economia, Interviste, Lavoro.

QDN, oggi, si rinnova, cambia veste grafica dopo oltre 10 anni di attività, ma non cambia nello spirito. I valori portanti del giornale e dell’associazione che lo edita rimangono gli stessi della comunità che nel 2012 lo ha fondato, con ancor più voglia di aggregare, essere ampi e inclusivi.

In fine, ringraziando tutti quelli che mi hanno preceduto nella direzione del giornale, apportando un contributo rilevante al dibattito sulla città, in particolare Francesca Scarpato e Angela Pascale, e soprattutto la squadra di redattori e tecnici che oggi di nuovo si sta impegnando per il lancio del giornale, voglio rispondere alla domanda di cui al titolo di questo articolo: Qualcosa di Napoli e/o Qualcosa di Nuovo? Io risponderei finalmente abbiamo di Nuovo Qualcosa di Napoli.

continua la lettura….

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