Piazza Tienanmen, un ricordo indelebile di speranza e tragedia
Ad oltre trent'anni dalla protesta studentesca, Piazza Tienanmen continua a evocare forti emozioni e rappresenta un punto di svolta nella storia cinese.
Il 35 maggio è una giornata particolare in Cina. Sì, 35 maggio, perché per chi vuole ricordare i fatti di Piazza Tienanmen è bene non far riferimento alla data del 4 giugno, in quanto si rischierebbe la censura immediata e quindi si è trovato questo stratagemma: maggio è curiosamente più lungo, solo per alcuni, solo per chi non ha la memoria corta.
Quella che iniziò come una dimostrazione studentesca per chiedere riforme politiche ed economiche si trasformò rapidamente in un movimento di massa che venne violentemente represso dal governo cinese. L'episodio ha lasciato un segno indelebile nel cuore e nella mente di molte persone in tutto il mondo: nella primavera del 1989, migliaia di studenti e cittadini si riunirono nella vasta Piazza Tienanmen, nel cuore di Pechino, per esprimere le loro richieste di maggiore libertà e democrazia. La protesta era alimentata dalla frustrazione verso la corruzione, l'inefficienza del governo e la mancanza di trasparenza nelle decisioni politiche. Gli studenti chiedevano una maggiore partecipazione politica e la fine della repressione delle idee dissidenti. Per settimane, la piazza divenne il simbolo della resistenza pacifica e dell'aspirazione alla libertà. Le immagini dei manifestanti che innalzavano lo "Statua della Libertà cinese" e che chiedevano a gran voce il cambiamento circolarono in tutto il mondo, suscitando solidarietà e ammirazione per il coraggio dei manifestanti. Tuttavia, la speranza e la determinazione dei manifestanti vennero stroncate violentemente nella notte del 3 e 4 giugno (o tra il 34 e il 35 maggio, potremmo dire) quando il governo cinese decise di reprimere la protesta con la forza. Le truppe militari e i carri armati vennero inviati a Piazza Tienanmen, dando luogo a scontri violenti che portarono alla morte di centinaia, forse migliaia, di persone. Questo spietato uso della forza rappresentò una tragedia per i manifestanti e una macchia sulla storia cinese.
Nonostante gli sforzi del governo cinese per censurare gli eventi di Piazza Tienanmen e mantenere un controllo rigido sulla narrazione storica, il ricordo di quell'episodio rimane vivo nella memoria collettiva. A oltre trent'anni di distanza, Piazza Tienanmen continua a essere un simbolo di speranza e di sacrificio per molte persone che lottano per i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo.
La lotta per la libertà e la democrazia in Cina non si è esaurita con la tragica conclusione della protesta di Piazza Tienanmen. Negli ultimi tre decenni, molti attivisti e dissidenti hanno continuato a lavorare in silenzio per promuovere i valori della democrazia e dei diritti umani nel paese. Tuttavia, il governo cinese ha mantenuto un controllo stretto sul dissenso politico, limitando la libertà di espressione e reprimendo ogni forma di critica.
L’emergenza Covid-19 aveva permesso al governo cinese di limitare le manifestazioni e quindi tutto ciò che riguardava le commemorazioni di Piazza Tienanmen è stato per un po’ limitato, ma finita l’emergenza e rimosse le mascherine, è divenuto necessario per Pechino tornare a metodi repressivi forti e quindi si torna ad usufruire delle forze di sicurezza e di polizia che nel giro di poche ore, quest’anno, hanno fronteggiato e arrestato tanti manifestanti, in particolare diversi esponenti di spicco dei movimenti pro-democrazia di Hong Kong.
Mentre il tempo passa, Piazza Tienanmen rimarrà un simbolo indelebile della lotta per la libertà e della ricerca della verità. Speriamo che un giorno la Cina possa affrontare apertamente il proprio passato e intraprendere una strada verso una maggiore apertura politica e rispetto per i diritti umani.