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Il futuro di Napoli

Scritto da Enrico Cardillo Il . Inserito in Il Palazzo

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Il futuro di Napoli dipende molto, insieme ad una visione strategica, dagli investimenti pubblici e privati capaci di generare sviluppo. Produzione ed investimenti creano lavoro e ricchezza non certo i miraggi di assistenza improduttiva. Una svolta da riformisti. Spesso, in tale direzione, pesa (specie nel Mezzogiorno) la cronica incapacità degli enti locali nell’utilizzare copiose risose pubbliche disponibili per l’arretratezza degli apparati amministrativi. Ora, a Napoli (e va rimarcato), qualcosa di positivo si muove. Dalle informazioni presenti sul sito del Comune (periodo 2022 e primo semestre 2023) emerge una significativa crescita del quadro degli investimenti per le opere pubbliche e del loro stato di attuazione. Si tratta di un volume enorme di risorse pari a circa a 2,400 md di euro, di cui poco più di 1 md proveniente dal PNRR.

La parte più consistente deriva da finanziamenti europei e regionali finora non utilizzati, tra l’altro anche con scadenze ravvicinate, soprattutto per le incapacità degli ultimi anni del Comune. La ricaduta territoriale degli investimenti riguarda prevalentemente le periferie cittadine con progetti di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e delle aree degradate circostanti. Una parte significativa delle risorse disponibili (circa 950 milioni di euro) interessa il trasporto pubblico su ferro, sia quello tranviario che metropolitano, e il rinnovo della flotta di bus elettrici. Il quadro complessivo degli investimenti è espressione di “antiche” scelte programmatorie del Comune (anche di venti anni fa!) e che la nuova amministrazione ha operato per renderli fruibili. Una scelta importante e positivamente in controtendenza da citare che si misurerà però con le rigide scadenze dei finanziamenti. Per accelerare e snellire le procedure per i numerosi affidamenti di incarichi di ingegneria, architettura e lavori, l’amministrazione comunale ha fatto ricorso allo strumento dell’accordo quadro, raggruppando in lotti i diversi interventi, scegliendo gli aggiudicatari sulla base dell’offerta economicamente vantaggiosa (cioè del miglior rapporto qualità/prezzo).
L’accordo quadro consiste nel fatto che tra le due parti (amministrazione e operatore) si contrattualizza un reciproco patto a dare e ad eseguire un affidamento sulla base di un plafond massimo degli investimenti presunti, che diventa operativo con la stipula di specifici contratti per ogni singolo intervento solo quando si verifica la concreta disponibilità delle risorse finanziare per una durata di quattro anni in cui l’aggiudicatario è tenuto a rispettare le condizioni di ribasso dei prezzi offerti. Il Comune di Napoli, per l’esecuzione di opere pubbliche ha, finora, stipulato 23 accordi quadro, di cui due con la caratteristica di appalto integrato; inoltre, con altre specifiche gare, ha affidato tre appalti, di cui uno misto. I cinquantuno interventi contenuti negli accordi quadro assommano a circa 550 milioni di euro. Dieci di questi accordi quadro riguardano 16 interventi finanziati dai fondi PNRR per un importo complessivo di circa 264 milioni di euro. Avvalendosi di procedure accelerate, secondo le norme vigenti, la gara per la stipula degli accordi quadro è stata indetta ad inizio novembre del 2022 con scadenza il 5 dicembre; sono state presentate 103 proposte ed ammesse 96. La valutazione finale con la scelta dei 23 contraenti si è conclusa negli ultimi giorni del mese di dicembre 2022 e le formali aggiudicazioni sono avvenute a metà marzo 2023.
I raggruppamenti di imprese con sede legale a Napoli si sono aggiudicati lavori per un importo complessivo di 308 milioni di euro (56% del totale); quelli con sede legale negli altri comuni campani il 30%. I termini di completamento delle opere, soprattutto di quelle finanziate dal PNRR, sono molto stringenti (intorno ai 36 mesi) per cui bisogna accelerare i contratti operativi per rispettare le scadenze. Le imprese sono chiamate ad uno sforzo attuativo straordinario che peserà anche sul sistema dei subappalti. Ciò vale anche per l’affidamento dei servizi di ingegneria ed architettura, cioè progettazione definitiva-esecutiva e validazione dei progetti, cioè la verifica della loro rispondenza agli obiettivi definiti dall’amministrazione. Per l’affidamento di questi ultimi servizi, l’amministrazione ha fatto ricorso alla stipula di 15 accordi quadro, di cui 13 in relazione ad altrettanto lotti di interventi e 2 sulla base dell’esito delle procedure di selezione gestite da Invitalia. Complessivamente devono essere validate le progettazioni di 58 interventi per un importo complessivo di circa 1 miliardo e 590 milioni di euro. Inoltre, sono stati affidati a singoli professionisti o a loro raggruppamenti temporanei 31 incarichi di progettazione definitiva-esecutiva per interventi il cui importo complessivo è pari a circa 304 milioni di euro.
Complessivamente, per l’esecuzione di tutti i servizi di ingegneria e architettura, gli studi con sede legale a Napoli si sono aggiudicati incarichi per circa 4 milioni di euro (27% del totale); quelli fuori regione circa 9 milioni e 300 mila euro ((62%); e, infine, quelli in altri comuni della Campania circa 1 milione e 750 mila euro (11%). All’interno di questo quadro complessivo degli investimenti, lo stato di attuazione di quelli relativi ai trasporti è particolarmente preoccupante perché pesano enormemente i ritardi degli ultimi dieci anni. Tali investimenti valgono circa 955 milioni di euro, di cui 373 milioni
provenienti dai fondi PNRR. Ad oggi sono stati aggiudicati lavori solo per l’ammodernamento della tratta Montedonzelli-Piscinola per circa 13 milioni di euro; la gara per la fornitura dei tram è andata deserta. Sono in corso, infine, le validazioni delle progettazioni di sei interventi ed è confortante il cambio di passo oggi in corso in Azienda Napoletana Mobilità. Nell’insieme, bisogna riconoscerlo, in due anni, la giunta Manfredi ha dato un impulso notevole allo sblocco e acquisizione di investimenti che rimanda anche ad una macchina comunale che cresca ancora in capacità operativa per recuperare ritardi storici. Ma, nel panorama di cronica incapacità dei comuni del Mezzogiorno a mettere a terra investimenti, a Napoli - si può dire – che siamo alla vigilia di una svolta. Uno stimolo per il capitale privato che è decisivo per concorrere a creare ricchezza e lavoro per i nostri giovani.

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