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A gennaio del 2022 il sindaco di Napoli è diventato Commissario Straordinario per Bagnoli.

Scritto da Enrico Cardillo Il . Inserito in Il Palazzo

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A gennaio del 2022 il sindaco di Napoli è diventato Commissario Straordinario per Bagnoli. Piuttosto che tentare un bilancio di quanto fatto in questo scorcio di tempo, sembra necessario riaccendere le luci sulla vicenda essendo calato un inspiegabile silenzio in una città solitamente chiacchericcia. La rinascita di quell’area, infatti, malgrado i ritardi pluriennali e le risorse divorate, continua ad essere una delle questioni centrali dello sviluppo di Napoli.
Quando Gaetano Manfredi a maggio 2021 accettò la candidatura a sindaco fu anche per l’impegno dei suoi principali partiti di riferimento (PD e Movimento 5 Stelle) a far approvare due importanti provvedimenti legislativi: un Patto per Napoli per il risanamento finanziario del Comune e la nomina del Sindaco a Commissario Straordinario per l’area di Bagnoli-Coroglio. Infatti, il primo impegno fu mantenuto con la legge 234 del 20 dicembre 2021 e il secondo con il decreto legge 152 del 6  novembre 2021.


Questo ultimo atto, che appare un vero e proprio provvedimento “ad personam” in quanto la coincidenza della figura di Commissario Straordinario con quella di Sindaco di Napoli è circoscritta al periodo fino al 31 dicembre 2025, introduce alcune novità tendenti a rafforzare il ruolo commissariale. In particolare, è possibile il potere sostituivo del Governo, su richiesta del Commissario, in caso di mancata conclusione di procedimenti. Così pure al Commissario viene data la facoltà di potersi avvalere di altri soggetti attuatori del programma Il nuovo quadro normativo lascia intendere la volontà di recuperare i ritardi accumulatisi, a cominciare dalle questioni sospese lasciate dalle precedenti gestioni commissariali; in primo luogo, le decisioni sull’assetto dell’area da rigenerare. A riguardo esistono due documenti programmatori i cui iter devono essere ancora conclusi.
Lo strumento principale (Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana – PRARU), predisposto da Invitalia a marzo 2016 e aggiornato successivamente, non è stato mai approvato nella sua interezza, ricorrendo alla possibilità dell’approvazione per stralci. Conseguentemente, a giugno 2019, è stato adottato lo stralcio urbanistico del Praru con le norme di attuazione che prospettano la destinazione e l’uso delle aree e degli edifici industriali da preservare. Ad agosto con decreto del Presidente della Repubblica si è proceduto alla sua approvazione. A seguito
della consegna del planivolumetrico dell’idea progettuale dell’intera area, il precedente Commissario Straordinario ad agosto 2021 ha adottato un nuovo provvedimento contenente le modifiche ed integrazioni delle norme tecniche di attuazione dello stralcio urbanistico. Contemporaneamente, Invitalia ha aggiornato il programma generale del Praru e dei relativi allegati.

A maggio 2023, per tener conto dei contenuti del piano planivolumetrico, il commissario straordinario Manfredi approva, con proprio decreto, nuove modifiche edm integrazioni al precedente stralcio e alle relative norme di attuazione.
Allo stato, pertanto, il nuovo Commissario, in attesa dell’approvazione del documento generale di risanamento e rigenerazione dell’intera area (PRARU), intende procedere attraverso singoli stralci di sue parti relativi ad interventi urgenti o propedeutici. Questo comporta che rimangono ancora sospese alcune questioni solo “nominalmente” risolte: in particolare, la rimozione della colmata, la bonifica della zona mare interessata, la riqualificazione Borgo Coroglio e dell’annesso porto e il “destino” dell’area ex Cementir.
Sul primo punto, il sindaco Manfredi preannunciò una valutazione dei costi e benefici della rimozione o di soluzioni alternative: se ne sono perse le tracce. Sulla questione “Cementir”, il Tar della Campania, a maggio 2023, ha respinto numerose “doglianze” e contestazioni sollevate dalla società “Basi 15 srl” (che nel 2015 ha acquistato dalla Cementir spa il suolo ricompreso nel Sito di Interesse Nazionale Bagnoli-Coroglio) tra cui quella della scelta di considerare tale suolo come area “a verde pubblico”.
E’ importante che si sappia, perciò, che cosa il Sindaco-Commissario intende fare per concludere, per lo meno, le decisioni strategiche in merito a tutta l’area.
In parte connesse a tali problematiche, rimangono il completamento della bonifica delle aree e il reperimento delle risorse finanziare per attuare il piano di risanamento e rigenerazione. Dal quadro estratto dal PRARU predisposto da Invitalia e aggiornato al 2021 si rivela che il piano, relativamente agli investimenti pubblici, indica la necessità del reperimento di ulteriori risorse per circa 962 milioni di euro, cioè il 65,8% del valore dell’intero programma. Solo per la bonifica sono necessari ulteriori  stanziamenti per circa 323 milioni di euro. Inoltre, si renderà necessario attivare investimenti privati per 595,9 milioni di euro.
Dal cronoprogramma riportato nella proposta di Invitalia si prevede il completamento della bonifica entro il 2025. La stessa scadenza è prevista per la
realizzazione del sistema infrastrutturale interno al SIN; mentre per il 2028 si dovrebbe completare quello esterno. Gli interventi di rigenerazione (parco, riqualificazione strutture esistenti, archeologie industriali, nuovo edificato e riqualificazione di quello da conservare) dovrebbero concludersi entro il 2026. I sogni diventeranno realtà?

Relativamente alle infrastrutture esterne (collegamenti stradali e ferroviari), la proposta del Praru sottolinea la loro strategicità per la reale rigenerazione dell’area nonché le criticità derivanti dall’assenza di finanziamenti, dai ritardi nelle progettazioni e dalla ricerca di un nuovo specifico soggetto attuatore.
All’interno delle incertezze persistenti sulle questioni generali di Bagnoli, sono stati assunti alcuni provvedimenti che sostanzialmente concludono i procedimenti lasciati sospesi dal precedente Commissario Straordinario.
Per quanto riguarda le opere di bonifica sono stati approvati, a fine giugno 2023, due progetti definitivi relativi al lotto 1 (Fondiarie) e al lotto 3 (Parco dello Sport).
Sono ancora sospesi altri due progetti previsti dal Piano di Fattibilità Tecnica ed Economica per la Bonifica e il Risanamento Ambientale riferiti al Lotto 2 (Parco Urbano) e Lotto 4 (Colmata e arenili Nord e Sud).
Le prescrizioni dell’Arpa e dell’Ispra riferite al progetto di bonifica del lotto 1 sono molto stringenti al fine di dimostrare l’assenza nelle acque di falda dei
contaminati riscontrati nei terreni profondi ritenendo che gli stessi dovranno essere sottoposti ai necessari trattamenti di bonifica.
Relativamente alla bonifica del lotto 3 (Palazzo dello Sport), sorgono alcuni interrogativi con la comunicazione della società pubblica Fintecna. Così scrive a settembre 2021 “le modalità e le tecnologie di intervento adottate nel progetto definitivo oggetto dell’istruttoria non appaiono ottimizzate in termini di costi
complessivi d’intervento, non essendo state prese in considerazione, nelle comparazioni tra le opzioni di intervento, né strategie certamente molto più
economiche, né tecnologie di minor costo e per le quali esistono, oggettivamente documentate, positive esperienze di applicazione in Italia in situazioni di contaminazione similari; di conseguenza, anche l’analisi dei costi non appare adeguata e corretta”.
Per le bonifiche, invece, del lotto 2 (Parco Urbano) e del sub-lotto 7 (sedime infrastrutture interne), ad agosto 2023 il Commissario Straordinario ha emanato un decreto di “non approvazione” del relativo progetto di bonifica per il dissenso prevalente dell’Arpac e dell’Ispra che, tra l’altro, facevano presente che le modalità di riempimento delle aree depresse comportano il consumo di ingenti quantità di terreno vergine condizionando le stesse scelte delle tecnologie di bonifica; inoltre lamentavano l’ipotesi di realizzazione di opere di cui non si aveva precedentemente conoscenza.
Nel corso del 2022 inoltre, sono stati approvati il progetto di demolizione del cavalcavia di via Cattolica e il piano di caratterizzazione dei fattori inquinanti dell’area denominata “Cavone degli sbirri”.
Per la rigenerazione dell’area sono stati approvati i progetti definitivi per la realizzazione di un ampio parcheggio temporaneo, del nuovo “Science Center” e del Polo Tecnologico Ambientale. Con il nuovo Center si dà attuazione all’accordo raggiunto nella Cabina di Regia nel 2022 per la modifica della localizzazione di “Città della Scienza” rispetto alle previsioni del primo stralcio al PRARU, sostituendo così i manufatti distrutti dall’incendio e liberando la linea di costa. Anche per il Polo Tecnologico si avvia a concretizzarsi una proposta imprenditoriale e scientifica presentata oltre un decennio fa.
Se entrambi i progetti di rigenerazione costituiscono un fatto positivo, non si può non sottacere che le loro approvazioni sono accompagnate da prescrizioni, raccomandazioni e osservazioni che rischiano di condizionare fortemente i tempi e i costi di realizzazione. Soprattutto, se si tiene conto che molte delle questioni sollevate nelle conferenze dei servizi sono state considerate “non accoglibili in quanto trattasi di indicazioni relative a scelte progettuali proprie di fasi successive”. E di rinvii a fasi successive, nell’esperienza napoletana, ce ne sono tanti, comportando sempre maggiori
costi e pesanti ritardi per la realizzazione di un’opera.
La lettura di questo breve periodo di gestione commissariale da parte del sindaco Manfredi rileva che ancora non si è alla svolta. Mancanze di risorse per la bonifica e i progetti di rigenerazione (questione, tra altro, già sollevata da Manfredi al governo), la scelta di procedere per stralci di interventi, il rinvio di scelte più generali e di risposte alle difficoltà sollevate nel merito dei progetti approvati rischiano di delineare uno scenario tristemente ben noto. Ritardi nella conclusione delle opere; difficoltà per la loro fruizione; desertificazione e ulteriore degrado del contesto in cui sono inserite.
Inoltre, per le incertezze presenti, permane un contesto che scoraggia gli indispensabili investimenti privati nell’area.
Insomma, la strada per la rinascita di Bagnoli è ancora terribilmente lunga.