Perchè una nuova rubrica sulla Bioetica?

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Perchè una nuova rubrica sulla Bioetica?

Perché una rubrica sulla bioetica? Per rispondere, c’è bisogno di fare un passo indietro e chiederci che cos’è la bioetica.
La prima risposta, probabilmente, sarà: non ne ho idea. Qualcun* però, forse più scafat*, potrebbe suggerire: è una disciplina che indaga temi come l’aborto, il fine vita o la sperimentazione sugli embrioni. Questa risposta racconta solo una parte della storia.
Infatti, oltre a essere una disciplina, la bioetica è anche un vasto movimento culturale – nato sotto la spinta di innovazioni sociali e tecnologiche – che ha stimolato un vivace dibattito pubblico su temi controversi come aborto ed eutanasia e ha promosso, attraverso la sua pluristratificata azione, la cosiddetta cultura dei diritti (in primis il diritto all’autodeterminazione, poi il diritto all’aborto, il diritto a decidere come gestire gli istanti finali della propria vita, il diritto alla privacy, etc.).
Insomma, perché parlare di bioetica, in un contesto extra-accademico? Beh!
Perché la bioetica nasce con un duplice volto: disciplina scientifica da un lato ma anche movimento culturale che nasce con i cittadini e le cittadine, con il loro impegno civico, con le battaglie per il riconoscimento di diritti come il divorzio e il matrimonio omosessuale.
C’è un altro tassello da aggiungere a questa breve storia. La bioetica non è solo una disciplina/movimento culturale che si occupa di inizio e fine vita, sperimentazione medica e allocazione delle risorse sanitarie ma anche, recuperando la sua vocazione iniziale, disciplina/movimento culturale che si occupa di ambiente, animali non umani e nuove tecnologie, dalla robotica alla biologia sintetica. Dunque, proprio oggi che movimenti come Fridays for future e Ultima Generazione fanno sempre più sentire la loro voce, la nuova fioritura di questa disciplina/movimento culturale riveste un’importanza fondamentale. I cittadini, infatti, posti di fronte alle enormi trasformazioni favorite dalla diffusione di tecnologie come IA e biologia sintetica potrebbero smarrirsi, aver bisogno di elaborare nuovi strumenti concettuali, categorizzare le cose in modalità inedite e costruire una cassetta attrezzi più efficace per poter deliberare al meglio intorno a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, bene e male, equo e iniquo. Nessuno ha la bacchetta magica e il terreno da percorrere è accidentato ma, probabilmente, investire di più sulla bioetica può darci alcuni di quegli strumenti che ci consentiranno di costruire un futuro migliore e rendere le esistenze dei cittadini e delle cittadine del terzo millennio più agevoli, in un’ottica di allargamento dei diritti e dei soggetti (non solo umani) che potranno beneficiarne.
In questa rubrica si proverà, dunque, a riflettere su tutto questo, dando spazio ai dibattiti più recenti sul futuro del pianeta, sulle nuove tecnologie green, sui diritti civili, sul dialogo tra scienza e filosofia e sul ruolo della religione nel mondo contemporaneo. Buona lettura!

Luca Lo Sapio