Il Tribunale Civile di Napoli, sezione Lavoro, con ordinanza ha confermato Stéphane Lissner nel ruolo di sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli.
I magistrati hanno ritenuto “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale” sollevata in relazione al decreto-legge del 10 maggio scorso con cui il governo Meloni ha stabilito il limite di età a 70 anni anche per i top manager stranieri di enti di diritto pubblico come le fondazioni sinfonico-liriche. Il Tribunale ha, quindi, trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale, sospendendo temporaneamente il giudizio sulla revoca dell’incarico di Lissner che resterà in carica fino alla definizione del giudizio di costituzionalità.
La decisione del Tribunale di Napoli è arrivata dopo un periodo di incertezza durante il quale Lissner era stato costretto ad andare in pensione nonostante avesse un contratto valido fino a marzo 2025 con la Fondazione Teatro San Carlo che aveva provveduto subito a nominare Carlo Fuortes, ex AD Rai, come suo sostituto. Il collegio difensivo di Lissner, composto dal giuslavorista Claudio Morpurgo, dal costituzionalista Giulio Enea Vigevani e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi, ha immediatamente presentato ricorso al Tribunale di Napoli ritenendo la revoca dell’incarico illegittima perché disposta con un decreto contra personam dal momento che avrebbe trovato applicazione solo per il maestro Lissner unico sovraintendente di un ente lirico-sinfonico con più di settant’anni di età a dover lasciare l’incarico indipendentemente dalla data di scadenza dei contratti in corso.
Il giudice del Lavoro di Napoli, Claudia Ruggieri, ha accolto il ricorso presentato dai legali di Lissner ordinandone l’immediato reintegro nel ruolo di sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli specificando nell’ordinanza che Il decreto-legge 10 maggio 2023 numero 51 il quale aveva risolto a giugno il contratto appena rinnovato per Lissner dato che compiva 70 anni, età limite per avere ruoli manageriali in enti di quella natura giuridica, “deve interpretarsi nell’unico senso che lo rende compatibile con i principi costituzionali e la disciplina consolidata”. Contro l’ordinanza del Giudice del Lavoro, ha presentato ricorso la fondazione Teatro San Carlo.
Tuttavia, il Tribunale di Napoli, decidendo su questo ricorso, ha ritenuto “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale” sollevata dal collegio difensivo di Lissner per contrasto con gli articoli 3, 97, 98 e 77 della Costituzione.
E dunque ha trasmesso gli atti alla Consulta, sospendendo il giudizio su chi debba sedere sulla poltrona di sovrintendente e disponendo “in via provvisoria e fino alla definizione del giudizio di costituzionalità, la sospensione dell’atto di revoca” dall’incarico di Lissner, che intanto manterrà il suo ruolo. Secondo il Tribunale di Napoli il decreto-legge in virtù del quale Lissner è stato anticipatamente mandato in pensione viola diversi principi costituzionali ed in particolare il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Il decreto, infatti, contiene una norma che, come hanno rilevato i giudici di Napoli, “è costruita ad personam, cioè per lo specifico ed esclusivo incarico ricoperto da Lissner”.
Secondo i giudici, Lissner “era l’unico sovrintendente a trovarsi nella situazione prevista dalla norma e, cioè, l’aver compiuto il 70 anni di età prima dell’entrata in vigore della disposizione e avere un incarico ancora in corso”. Pertanto “la disposizione è stata introdotta per essere volutamente applicata un’unica volta, proprio a Lissner”. Ciò comporta, per il tribunale, “il pericolo di una disparità di trattamento che non appare giustificata”.
Inoltre, secondo i magistrati “la norma in esame non risponde a canoni di ragionevolezza e di coerenza, non è funzionale a obiettivi di interesse pubblico generale, incide negativamente sui principi di buon andamento e continuità dell’azione amministrativa, è lesiva dell’affidamento meritevole di tutela dell’unico lavoratore destinatario della norma ad hoc ed è stata adottata con decreto-legge in assenza dei prescritti requisiti di necessità ed urgenza. “Sono soddisfatto perché la mia volontà è sempre stata solo quella di poter portare a termine il mio mandato come Sovrintendente e Direttore Artistico a favore del Teatro San Carlo di Napoli – commenta Lissner – Questa nuova pronuncia mi dà ulteriore serenità nel proseguire nella mia attività, insieme alle Maestranze del Teatro e alle Istituzioni. Rimane l’amarezza rispetto a una vicenda che ha comunque danneggiato il lavoro e la reputazione del Teatro e che, sin dall’inizio, ho trovato senza una sua logica accettabile”. Ora non resta che aspettare la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità del decreto.