NESSUNA NUOVA ROTTAMAZIONE, SOLO UNO SPIRAGLIO PER CHI è IN DEBITO COL FISCO

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NESSUNA NUOVA ROTTAMAZIONE, SOLO UNO SPIRAGLIO PER CHI è IN DEBITO COL FISCO

 

 

Facile parlare di nuovi condoni, sanatorie e perfino di rottamazione “quinquies” per le cartelle: è la news più fake che circola in questi giorni sul web e tra le forze politiche. 

Ci sono, sì, novità nel mondo della riscossione delle tasse, ma non c’è nessun regalo ai contribuenti, nessuna riapertura della rottamazione, anzi, lo Stato mantiene la barra dritta: da un lato viene incontro ai contribuenti, com’è giusto che sia dopo anni di crisi, dall’altro non dà segni di lassismo.

 

Facciamo chiarezza: chi è decaduto dalla rottamazione quater perché entro il 20 marzo 2024 non ha saldato le tre rate scadute rispetto all’istanza presentata entro il 30 giugno 2023, è “fuori dal condono”. Parlamento e Governo hanno già concesso due “mini proroghe” delle prime tre rate del totale di 18 rate trimestrali, senza sanzioni e oneri accessori. 

Si trattava di una rottamazione – condono accettabile (a parere di chi scrive) anche dal punto di vista etico: il contribuente paga quello che avrebbe dovuto pagare a suo tempo, senza maggiorazioni, ma che magari non ha versato per le difficoltà del covid, del lockdown e quant’altro.

Si pensi che la rottamazione di qualche anno fa prevedeva il pagamento del 25 per cento “dell’importo inizialmente iscritto a ruolo senza sanzioni e interessi”. La buonanima di Diego Armando Maradona, che all’epoca non aveva ancora risolto i problemi col fisco italiano, avrebbe sanato decine e decine di milioni versando “soltanto” (si fa per dire) 3 milioni e 300 mila euro. 

Ho in archivio una lettera proveniente da Palazzo Chigi che conferma quanto appena scritto. Il sottosegretario Maurizio Leo, una delle persone più preparate in Italia, potrebbe provare a compiere uno sforzo in più: portare a tre il numero di rate non pagate per la decadenza dalla rottamazione quater. A oggi ne basta una non pagata e il tuo debito torna a essere comprensivo di sanzioni e oneri accessori. 

Se pensate che 18 rate trimestrali coprono un arco temporale di oltre quattro anni, potrebbe accadere che i “rottamati” dimentichino una scadenza o che abbiano un momento di difficoltà. 

D’altro canto, per la rateizzazione delle cartelle (per la quale si paga tutto, comprese le sanzioni) nei sei anni previsti dalla norma per versare, c’è una tolleranza di quattro rate mensili non pagate per decadere: alla quinta, sei fuori. 

Chiedere poi di “allargare” il perimetro della rottamazione forse è troppo, ma io penso di no: con un nuovo provvedimento legislativo si potrebbe spostare oltre il 30 giugno 2022 il confine della cartelle “affidate” all’ex Equitalia. Vi dice un commercialista (chi scrive): chi non vuol pagare, non paga. Intesta tutto ad amici e parenti e scompare, poi vai a pizzicarlo! 

Chi aderisce al condono, invece, è la persona in difficoltà che aspira a una vita senza angosce da pignoramenti, ipoteche, fermi amministrativi sull’auto. Preciso: volutamente ho parlato di “ex Equitalia” e non di Agenzia delle Entrate Riscossione. Esistono ormai tanti altri “agenti della riscossione”: Abaco, Sogert, Municipia, A & G, Napoli Obiettivo Valore ecc. 

Qualcuno è iscritto nell’albo del ministero, altri no (e questo è un altro problema, ben conosciuto da chi si occupa di contenzioso tributario). Ebbene, molti di questi “agenti” si rifiutano di concedere la rottamazione, con pretesti dei più disparati. Maurizio Leo vada fino in fondo: rigore ma anche maggiore flessibilità verso chi ha deciso di pagare e rischia di rovinare tutto per una banale dimenticanza.

Giuseppe Pedersoli*

 

*Presidente della Commissione Riscossione dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti contabili di Napoli