Il Passato in Mano ai Colossi Digitali: Il Caso delle Carte del PCI

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Il Passato in Mano ai Colossi Digitali: Il Caso delle Carte del PCI

di Gianfranco Nappi

 

Mai come in questo momento storico la gestione della memoria ha implicazioni profondissime.

La memoria passata come elemento fondamentale per costruire identità presenti. Memorie passate come prove di possibilità, invece, nel presente inimmaginabili.

Il controllo della memoria come condizione di predizione del futuro non sembri fantascienza! È quanto applicano, niente di più e niente di meno, i colossi del digitale che fanno a gara, tra di loro e con noi assolutamente passivi, per disputarsi la gestione della scia di dati che ogni nostro gesto quotidiano, sempre più integrato informaticamente, genera e che viene da loro posto a base, questo accumulo di fatti avvenuti in metadati poi elaborati con algoritmi dedicati, di tutta la pressione che vive su di noi per condizionare le nostre scelte del presente e del futuro.

Tutto questo è vero poi all’ennesimo grado per le culture politiche, nonché per quelle che hanno avuto l’ambizione di cambiare il mondo, a cominciare da quella comunista. Più specificamente da quella dei comunisti italiani.

Napoli e la Campania hanno avuto un ruolo significativo in questa storia del nostro Paese, ospitando un movimento politico, sindacale e culturale che ha raggiunto alti livelli di consenso di massa per lunghi periodi. 

Ancora oggi, nonostante siano passati oltre trent’anni dalla fine del PCI, emergono tracce, episodi vissuti, lotte ed eventi a cui spesso lavorano anche giovani, alla ricerca di un modo per interpretare e, se possibile, cambiare la loro società e le condizioni di vita.

Questo è ancora più rilevante se si considera che tutto ciò avviene a Napoli e in Campania senza la disponibilità di alcun documento della Federazione Provinciale Napoletana e Regionale del PCI. Questo rende ancora più prezioso l’impegno del collettivo Infinitimondi, che da quasi dieci anni lavora su questa memoria, producendo cultura e creando momenti di ampio confronto. 

Dove sono quell’Archivio e quei documenti?

Lunga è la storia di queste carte, e a breve la riproporrò con riferimento al loro utilizzo: una storia  avviata agli inizi degli anni 2000 con una lettera che a firma del Segretario Provinciale dei DS di Napoli, Diego Belliazzi, e del Segretario Regionale dei DS, lo scrivente –  dopo lunghe discussioni dei compagni e delle compagne più anziani  e su loro indicazione – affidava per la miglior cura possibile le ‘carte’ all’Archivio’ di Stato e di lì alla Fondazione Francesco De Martino come segno della volontà esplicita di individuare in essa il soggetto che potesse unificare il meglio delle tradizioni dell’intera sinistra napoletana e meridionale.

Alla fine di un percorso lungo oltre 20 anni, tutto è stato meritoriamente digitalizzato a opera della Fondazione De Martino con un impegno avviato con grande tenacia da Abdon Alinovi. Poi l’Ente Nazionale che ha assunto la gestione del Patrimonio di Sedi, ma non anche di carte dell’ex PCI, ha avanzato richieste e sollecitazioni per giungere al controllo di carte e materiali digitalizzati trovando alla fine, sembra, una intesa con la Fondazione De Martino a fronte di una digitalizzazione completata e non ancora resa disponibile da circa 2 anni.

Siamo in dirittura di arrivo? Le “carte” sono in procinto di essere rese disponibili per studiarle, consultarle, valorizzarle, porle a base di un lavoro storico rigoroso e a un processo di valorizzazione della memoria di intere generazioni di lavoratrici e di lavoratori che con le loro lotte e le loro speranze hanno concorso a costruire da protagonisti la democrazia nel nostro paese? 

Sembrerebbe di sì.

E si può aprire anche un confronto pubblico e trasparente sulla gestione del patrimonio immobiliare dell’ex PCI, sulle Case del Popolo acquistate e costruite con grandi sacrifici sempre da quel “popolo” e oggi con il tutto gestito in modo privatistico e privo di ogni idea di valorizzazione culturale e politica?

Non sarebbe male se immaginassimo un incontro pubblico di tutti coloro che dal PCI ai DS passando per il PDS, ne sono stati Segretari napoletani e campani per restituire pienamente il valore di una discussione pubblica su materia così importante.