La Nutella a Piazza Municipio e la necessità di un Assessore alla Cultura: una voce unica per la crescita sostenibile
di Carmine Maturo
L’associazione della Nutella in Piazza Municipio con il Castel Nuovo sta riaccendendo il dibattito sugli eventi in città: quali funzioni devono avere i luoghi simbolo di Napoli? La città si è trovata nuovamente a fare i conti con la tendenza a considerare i propri spazi storici come semplici contenitori commerciali e di marketing. Ma è davvero questa la direzione giusta?
Partiamo da un principio fondamentale: un prodotto veramente attraente non ha bisogno di essere associato a un luogo, alla sua identità o al suo genius loci. Quindi, perché questi grandi marchi tendono a organizzare eventi nei luoghi meno appropriati?
Napoli è una città ricca di storia, cultura e tradizioni, elementi che non possono e non devono essere banalizzati in nome del profitto commerciale. Eventi come mercatini e feste della birra hanno già lasciato segni indelebili, non sempre positivi, nella memoria collettiva dei cittadini. Questi episodi sottolineano l’assenza di una regia unica nella gestione della proposta turistica e culturale della città.
La contraddizione diventa ancora più evidente con iniziative come “Vedi Napoli e poi mangia”, che promuovono il cibo napoletano mentre, parallelamente, si bloccano le licenze per la somministrazione alimentare nel centro storico. Da un lato si riconosce che c’è un eccesso di offerta di cibo, dall’altro si continua a investire nella promozione gastronomica anziché in quella culturale. Questo paradosso riflette la mancanza di una visione coerente e di lungo termine per il territorio, dove non c’è investimento nella cultura e nella creatività dei napoletani.
Un sindaco, per quanto capace e dedito, non ha il tempo necessario per seguire in modo approfondito e dare linee guida a un progetto culturale coerente per la città. La mancanza di tempo rende difficile ascoltare il territorio, ricevere le richieste degli operatori culturali e delle associazioni locali. Questo vuoto rende sempre più urgente la figura di ascolto di un assessore alla Cultura.
Napoli necessita di un assessore alla Cultura che sia in grado di elaborare un piano culturale solido, capace di attrarre un turismo culturale, consapevole e sostenibile. Un assessore che garantisca la tutela delle identità locali e del genius loci, che sovrintenda alle scelte spesso troppo influenzate dai grandi marchi, i quali tendono a sfruttare e poi abbandonare le nostre bellezze.
L’assessore alla Cultura deve essere una figura in grado di valorizzare il fermento associativo, spesso escluso da bandi e avvisi pubblici pensati unicamente per operatori economici, privi della passione e creatività necessarie per arricchire realmente il panorama culturale cittadino. Ricordiamo come è nato il Maggio dei Monumenti, il progetto Museo aperto e tanti altri eventi che hanno dato inizio al rinascimento napoletano?
Su questi temi, è sempre più necessario riaprire il dibattito sull’esigenza di istituire un assessore alla Cultura. Non possiamo permetterci di affidare la gestione della nostra eredità culturale a un arcipelago di responsabilità frammentate (la stessa analisi vale anche per l’Assessore all’Ambiente). È essenziale avere un punto di riferimento chiaro, da sostenere o criticare, ma che possa guidare Napoli verso una crescita culturale e turistica sostenibile, coerente con la sua straordinaria identità, che possa dare vivibilità e ricchezza al territorio tutto.