Diluvia
ritmo contro ritmo batte l’acqua i tristi binari
i mattoni anneriti delle baracche
e l’aspro odore dei corpi bruciati.
con le gocce sconfina la pelle,
gli orizzonti del cuore, le creste delle onde che accompagnano la morte.
liquido fuggiasco
scivola sui deserti, assetati campi
stagna in bacini di vergogna
si frammenta in isolati pozzi di sete.
la mia polena fuori dal cancello naviga veloce
scrutando sulla scia dei rivoli nel fango la libertà violentata.
non si può volare senz’ali .
desidero con respiro lungo
raggiungere i fondali profondi dell’anima del mondo
per guardare i mondi silenti
e il nido accogliente di quei cuori in trepida attesa del nulla
ora nostri scarti di violenza.
vorrei si stupisse del loro morire.
non basta la tenerezza dei sogni imprigionati nei ricordi a salvare
a rompere con ami ed ancore appuntite i muri della realtà
per approdare a limpidi porti
per soffiare lontano i rifiuti
e far galleggiare i tesori.
diluvia ad Auschwitz.
fuori dal cancello.
una danza inventiamo,
per mescolare in suoni gli scrosci delle sconfitte, gli echi dei soprusi
e nella verità della memoria
spalancare come una ferita la sua dolorosa luce.
Rita Felerico