Dalle fondamenta al futuro: l’Unione alla prova della Storia

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Dalle fondamenta al futuro: l’Unione alla prova della Storia

FONTE FOTO:http://istitutospinelli.it/

 

di Raffaello Nuzzo

 

Mai come prima di oggi la parola Europa è entrata attivamente nel dibattito pubblico italiano.  

La considerazione che l’Unione Europa fosse un corpo etereo, avulso dalla quotidianità e dal cosiddetto paese reale, un giocattolo per burocrati avidi di potere, si è scontrato con la realtà geopolitica attuale. 

 

La corsa al riamo europea e gli sconvolgimenti internazionali hanno invece dimostrato come sia centrale una visione di Europa e come incida nelle nostre vite una scelta presa a Bruxelles. 

 

È nata così, in modo spontaneo, “Una piazza per l’Europa”, la manifestazione ideata e lanciata dal giornalista Michele Serra, che ha portato in piazza migliaia di persone a difesa dell’europeismo, riunendo cittadini e personalità con sfumature politiche diverse, ma accomunati dal sogno di un’Europa forte e unita.

 

Dall’altro fronte, il governo si è opposto, accusando la piazza di faziosità e arrivando persino ad attaccare in Parlamento il Manifesto di Ventotene. 

 

Le parole della Premier sono antistoriche e di una gravità inaudita: attaccare il Manifesto significa colpire l’Europa alle sue fondamenta, quelle del Palazzo Spinelli — sede del Parlamento europeo — e del suo impianto essenziale, il Progetto Spinelli. 

Quest’ultimo, nel 1984, grazie alla lungimiranza di un autentico colosso della politica italiana, ha posto le basi per un’Europa capace di superare la logica della confederazione, proponendo un assetto istituzionale che, in larga parte, è quello che conosciamo ancora oggi.

 

In questo marasma, la Presidente della Commissione Ursula Von Der Layen si rivela una figura sempre più debole e isolata, totalmente incapace di intervenire per opporsi e superare gli scogli che limitano la nostra Europa, senza una visione di quello che può essere il futuro della unione e con nessuna voce in capitolo nei dossier internazionali.

 

L’Europa non può che ripartire dal federalismo: solo con la costituzione della federazione europea possiamo sperare di essere rilevanti sullo scacchiere internazionale, efficienti nel prendere decisioni per migliorare le vite dei cittadini europei, uscendo dalla logica del consesum decisionale che paralizza spesso l’agire politico dell’unione. 

 

Siamo di fatto a un bivio generazionale: l’Europa che scelta farà?