Cassazione su docenti e personale ATA: 2013 anno utile per la progressione di carriera?

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Cassazione su docenti e personale ATA: 2013 anno utile per la progressione di carriera?

di Luca Orlando

 

Una recentissima pronuncia della Suprema Corte di Cassazione ha riaperto la possibilità di includere il 2013 come anno utile per la progressione di carriera di docenti e personale ATA, che in precedenza era stato bloccato dalla correlata normativa. 

Quest’ultima, infatti, aveva escluso l’anno in questione dai calcoli per anzianità e avanzamenti stipendiali.

 

La nuova pronuncia, invece, chiarisce che il blocco aveva valore solo economico, senza perciò incidere sui diritti giuridici collegati alla carriera. Nonostante il riconoscimento del 2013 rappresenti un passo avanti rispetto a quanto stabilito in normativa, esso non sarà automatico: i lavoratori del comparto scuola dovranno comunque attivarsi individualmente per ottenere i benefici di progressione di carriera legati a quell’anno.

 

La Gilda degli insegnanti, che è tra i più rilevanti sindacati in questo ambito, ha accolto la notizia con entusiasmo, ribandendo che l’esclusione del 2013 aveva provocato danni economici e morali a tutti i lavoratori interessanti, infatti privando il personale di un’intera annualità che avrebbe contribuito all’avanzamento di carriera e ai correlati aumenti retributivi. 

 

Tuttavia, secondo il sindacato ciò non è sufficiente: si continua a chiedere, anche con il supporto costante di altri rappresentanti del settore scuola, un intervento strutturale nella prossima Legge di Bilancio, che potrebbe facilitare l’applicazione dell’ordinanza garantendo automaticamente ai docenti e al personale ATA gli adeguamenti previsti, senza la necessità di azioni individuali.

 

In conclusione, la decisione in esame è sicuramente una conquista rilevante, con implicazioni che potrebbero estendersi alla nuova Legge di Bilancio, tali da favorire in modo più strutturale il personale scolastico che da anni lavora per ottenere una maggiore considerazione (e valorizzazione) del proprio ruolo. 

Pertanto, l’intervento del legislatore è essenziale per trasformare questo “passo in avanti” giurisprudenziale in un beneficio concreto.