Corte di cassazione, Sez. IV, 11 dicembre 2024, n. 45399: una nuova pronuncia in tema di responsabilità medica

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Corte di cassazione, Sez. IV, 11 dicembre 2024, n. 45399: una nuova pronuncia in tema di responsabilità medica

 

di Luca Orlando

 

Le questioni in tema di responsabilità medica sono molteplici e sono tuttora oggetto di un dibattito dottrinale e giurisprudenziale acceso. 

Da ultima, è intervenuta la sentenza n. 45399/2024 pronunciata dalla Suprema Corte di cassazione. 

 

Questa sentenza, che ha il pregio di tornare nuovamente ad approfondire il tema della responsabilità medica, si sofferma su come valutare e interpretare il nesso di causalità che, ai fini della configurazione della condotta illecita, deve intercorrere tra l’operato del medico e l’esito dannoso per il paziente. 

 

In particolare, a conferma ulteriore degli orientamenti già consolidati sul punto, è stato ribadito che l’accertamento del rapporto causale deve essere fondato su un tipo di analisi controfattuale, verificando se l’adozione di un più appropriato comportamento avrebbe evitato il danno. 

 

Tuttavia, si chiarisce anche che il solo rinvio a coefficienti di probabilità statistica non può essere sufficiente, in quanto occorre un più approfondito esame che tenga conto di tutte le circostanze specifiche del caso, incluse eventuali cause alternative.

 

In altre parole, il giudizio di causalità non può essere formulato in via esclusiva sulla base di modelli astratti o generalizzazioni statistiche. 

 

Al contrario, sembra essenziale adottare un approccio che integri il rigore scientifico con la valutazione delle evidenze concrete, altresì osservando i principi di credibilità razionale e certezza giuridica. 

 

Tale metodo, che già era stato sviluppato in pronunce precedenti, ha l’obiettivo di garantire una decisione equilibrata, che sia, cioè, capace di tutelare sia il diritto del paziente al risarcimento del danno, sia il medico da responsabilità che non sono a lui ascrivibili/riferibili.

 

In conclusione, va osservato come si tratti di una prospettiva in cui resta centrale il ruolo della scienza medica, che tuttavia non è più da intendersi fondamentale in modo esclusivo. 

Pertanto, l’autorità giudiziaria ha il compito di richiamare le conoscenze scientifiche come strumento per interpretare gli accadimenti, evitando di incorrere in esiti automatici o eccessivamente semplificati.

 

Questa pronuncia costituisce un nuovo e ulteriore tassello in materia di responsabilità medica. 

In particolare, essa sembra in grado di promuovere un modello di responsabilità medica più coerente e rigoroso, capace cioè di bilanciare la tutela del paziente con il rispetto dell’attività del medico e del suo ruolo delicato, talvolta caratterizzato da incertezze, per così dire, “intrinseche”.