La Musica Nascosta nelle Macchine

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La Musica Nascosta nelle Macchine

di Evelina Parente

 

Un giorno ti svegli e qualcosa è cambiato. No, non il mondo. Tu.

Apri la tua app di musica preferita, premi play, e tutto è leggermente fuori fuoco. Ti guardi intorno spaesato, con la stessa sensazione di chi rientra in un locale dove andava sempre e scopre che il tavolo nell’angolo, quello che sembrava suo per diritto divino, ora è occupato.

 

Apri di nuovo l’app. Ma cos’è successo esattamente?

Fino al giorno prima tutto funzionava alla perfezione. Potevi muoverti senza ostacoli tra le note. La musica scorreva senza interruzioni, fluida, intima, servita con cura e precisione da un’intelligenza che sembrava conoscerti meglio di te stesso. Ti avvolgeva come la luce fioca di una candela in una stanza chiusa, ti faceva sentire invisibile, al sicuro.

Eri libero. O almeno, così credevi.

 

Non ci hai mai pensato davvero, ma quel lusso silenzioso aveva una regola non scritta: più ti lasciavi cullare dal ritmo perfetto, più diventavi vulnerabile. Ogni giorno il meccanismo si faceva più raffinato, restituendoti un’immagine sempre più precisa di ciò che volevi, stringendo dolcemente la presa. E così, senza che te ne accorgessi, il tuo stesso piacere si trasformava in una trappola invisibile.

 

Poi, all’improvviso, lo schianto. Il trucco non funziona più, il passaggio segreto si chiude. Sei fuori. Ti guardi intorno. Non è solo una questione di accesso negato o di regole che si spostano come il tempo in un assolo di jazz. È il ritmo stesso della realtà che cambia, un cambio di tonalità che senti nella pancia prima ancora che nelle orecchie. Ti eri adagiato sul tappeto sonoro che sembrava fatto su misura per te, ma quel tappeto non era mai tuo davvero. Era solo in prestito, un trucco di magia ben eseguito. E ora che l’illusione è svanita, resta la domanda: chi conduce davvero l’orchestra? Siamo noi a scegliere la melodia, o danziamo su un tempo che qualcun altro ha già scritto?

 

Ora il dilemma è tutto tuo. Restare e stare al gioco? Andartene e ricominciare da zero? Ma da che parte ti giri, il gioco è già stato deciso. Sei dentro comunque. Non puoi tornare indietro.