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Napoli: Ugo La Pietra e le ceramiche italiane

Scritto da Francesca Ciampa Il . Inserito in Mostre

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Fino al 7 Gennaio sarà possibile visitare la mostra “Ugo La Pietra: 100 ceramiche italiane” presso il Museo della ceramica Duca di Martina in Villa Floridiana. L’evento è stato promosso dal MiBACT – Polo Museale della Campania, patrocinato dall’ ISIA di Faenza e dal “I Love Pompei”, il tutto organizzato a cura di Claudio Gambardella, con il coordinamento tecnico scientifico di Luisa Ambrosio.

Il costo del biglietto di 4,00 € offre l’opportunità di visitare questa mostra dedicata al lavoro di Ugo La Pietra, uno dei protagonisti della Triennale di Milano nel 2014 e nel 2015 nonché uno dei designer più famosi della cultura italiana. Senza dubbio un’artista di rilievo internazionale e uno degli esponenti più noti dell’Handmade in Italy.

Il Museo Duca di Martina è la location ideale per questa mostra essendo la sede di una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative. Al suo interno sono presenti oltre seimila opere di manifattura orientale ed occidentale, inquadrabili nell’arco temporale che oscilla tra il XII e il XIX secolo.

Il fulcro principale è costituito proprio dalla produzione di ceramiche. In questo coerente contesto saranno esposte circa 100 ceramiche di Ugo la Pietra, prodotte nel corso della sua carriera dall’artista con la collaborazione di artigiani italiani e piccole imprese locali.

Ugo La Pietra sperimenta la realizzazione di oggetti e mobili secondo un principio di espressione e trasmissione delle verità celate e dei significati vernacolari del nostro paese. Le esposizioni dell’artista sono sempre volte alla sperimentazione e al lancio sul mercato di nuovi ipotetici oggetti di design, le cui opere nascono dall’associazione artistica del lavoro di Ugo La Pietra e di un artigiano, motivo per cui l’operato è definito “design territoriale”.

La Pietra inventa e crea nuove tendenze seguendo itinerari non convenzionali, allargando le visioni artistiche del paese e puntando all’innovazione artistica. Egli va contro corrente nel ridisegnare nuovi percorsi produttivi servendosi dell’operato del Handmade, tipico artigianato italiano che ci rende primati nel mondo.

Nella realizzazione delle molteplici sfaccettature del “fatto a mano” si evince la possibilità di reinventarsi per i giovani, si esprimere le singole identità e di compiere il proprio lavoro nel pieno degli insegnamenti incamerati dopo la laurea.