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Dizionario appassionato di Napoli di Jean Noél Schifano

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Letteratura

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Giovedì sera, nell’ambito degli incontri culturali “Et vogue le navire” (e la nave va), siamo stati ospiti dell’Istituto Francese “Grenoble”, in via Crispi, e per l’occasione si presentava il nuovo libro di Jean Noel Schifano, già direttore dell’Istituto dal 1992 al 1998.

Ci riceve il padrone di casa, il console francese M. Laurent Burin de Rozier, appena insidiato nel bel palazzo progettato da Lamont-Young, che da qualche anno ospita l’Istituto ed il Consolato Generale di Francia allo stesso tempo. Per assistere all’evento c’è una platea di tutto rispetto: pittori, scrittori, attori e frequentatori abituali di quello che per noi Napoletani è semplicemente il Grenoble.

Inizia a parlare il console, adesso in vece di direttore dell’Istituto, ed espone brevemente quello che sarà il programma per il 2019, della sua volontà di riportare il Grenoble al ruolo del passato, quando era un luogo di incontri tra la popolazione napoletana e la cultura francese, ai tempi di Jean Noel Schifano, insomma. I tempi di maggior splendore dell’istituto di via Crispi, e paragona lo scrittore a Maradona, definendolo il “pibe de oro del Grenoble”. La cosa, come sempre quando si menziona il noto calciatore argentino a Napoli, strappa immediatamente degli applausi, e delle risate, indubbiamente, dato l’ambiente. Il console continua, nel suo Italiano perfetto, anche se ancora un po’ “legato”, e dopo aver riscosso la simpatia degli astanti, parla ancora del personaggio Schifano, e poi cede la parola ad Ilaria Urbani, giornalista della “Repubblica”.

“Dizionario appassionato di Napoli” è un libro in cui l’autore parla della sua amata città d’adozione, citando dalla A di Amelio (Lucio), alla Z di zoccola, passando per camorra, Malaparte e Totò,e tanti altri e svariati argomenti e personaggi chiave della storia della nostra città, esprimendo il suo pensiero di osservatore, straniero e partenopeo, vicino e lontano, complice e accusatore. La sua scrittura è accattivante e delicata insieme. Senz’altro colta e scorrevole, è un piacere leggerlo anche quando non ci si trova d’accordo su qualcosa. Jean Noel è rivoluzionario e reazionario al contempo, contraddittorio come solo un Napoletano può esserlo. Vuole cambiare piazza Principe Umberto in piazza Totò, nome sicuramente più confacente alla cultura e tradizione napoletana, ma condanna la rivoluzione del 1799 come “snob” e lontana dal popolo. Luigia Sanfelice parlava latino, e come i suoi accoliti non amava e non era amata dal popolo. Esagerato, come e più di un Napoletano doc.. Amante dei Borbone, li critica spesso. Dipinge magistralmente Dumas, come nessun Francese oserebbe mai fare, riduce Garibaldi a “kleenex della storia”. Ne sa una più del diavolo Schifano, ed è piacevole leggerlo quanto ascoltarlo.

Non è facile parlare di Jean Noel Schifano, a cominciare dal nome, la mia tastiera non prevede la dieresi sulla e, come vorrebbe la corretta ortografia del suo nome, ma me ne frego, e lo scrivo senza, che poi è come si legge in Italiano. Come me ne frego di commettere reato di “lesa maestà”, altrimenti non si può parlare di un tale personaggio, contraddittorio quanto colto. Simpatico è simpatico, dal suo viso aperto alla stretta di mano virile, dal suo Italiano perfetto, condito da espressioni dialettali napoletane, e quel retro gusto di erre arrotolata alla francese. Come si può essere amante dei Borbone e dichiaratamente anti mussoliniano allo stesso tempo? Non ce lo spiegherà mai, piuttosto è capace di portarci su qualche altro argomento, e farne una conferenza, sommergendoci di parole. Napoletano di adozione, avrebbe forse voluto la cittadinanza onoraria, e sicuramente meritata. Nominato cittadino onorario di Racalmuto, paese di origine di Leonardo Sciascia, e su questa cosa gioca, dicendo che comunque è un cittadino onorario delle Due Sicilie. Ha la sua opinione su tutto, ed il vizio della cattedra; Jean Noel non commenta, spiega. Ma è sempre arguto e attento. Parla di politica, e ci bacchetta: ce lo deve ricordare un Francese che quei voti presi dalla Lega al sud sono un’ignominia!

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