Serata di gala per il Centenario dell’Istituto Francese Grenoble
Siamo nuovamente ospiti di M. Laurant Burin de Rozier, console generale di Francia e direttore dell’Istituto Grenoble. La terrazza del bel palazzo di via Crispi stasera pullula di personalità del mondo politico e dello spettacolo: è la serata del Gran Gala per festeggiare i cento anni dalla fondazione del prestigioso Istituto che ha contribuito, durante tutto il suo secolo di attività, ad avvicinare ulteriormente il popolo francese alla città di Napoli.
Tra i vari ospiti sono intervenuti S.E.Christian Masset, ambasciatore di Francia in Italia, il prefetto di Napoli, signora Carmela Pagano, l’ammiraglio Gilles Humeu, il console del Senegal M. Idrissa Sène, ed il console generale degli Stati Uniti, il console del Marocco e della Tunisia.L’assessore alla cultura e Turismo, Nino Daniele, ed il generale Enrico Degni. Tra gli artisti, il fotografo Mimmo Iodice ed il regista Diego Olivares, gli scrittori Jean-Noel Schifano e Philippe Vilain.
Ci viene offerta la lettura, bilingue, dell’ultima conferenza di Andrè Gide a Napoli, che si tenne proprio qui, su questo terrazzo, il 24 giugno 1950, “A Napoli……Riconoscenza all’Italia”, da cui è stato tratto un prestigioso volume in vendita nella libreria dell’Istututo. Per la lingua francese, la voce sarà della regista fondatrice del “Teathre du soleil” Ariene Mnouchkine, per l’Italiano l’attore Renato Carpentieri. Prima dello spettacolo, prende la parola l’ambasciatore di Francia, che ci ricorda i profondi legami tra Napoli e la Francia, dai Borbone Due Sicilie, cugini dei Borbone francesi, a Gioacchino Murat, primo a dare una forma di accatastamento moderno nella nostra città e territori appartenenti all’allora regno.
Per finire al controverso personaggio, scrittore e giornalista, Alexandre Dumas, che se non amante dei Borbone, lo fu sicuramente di Napoli, che quando lasciò, nel 1867, lo definì uno dei giorni più tristi della sua vita. Prendono la parola, per reiterare i legami di amicizia e culturali il Console, ed il Prefetto, la signora Pagano, che non dimentica di esternare, lei Calabrese e Romana di adozione, il suo amore per Napoli.
La conferenza di Gide.
Dura un’ora circa, perché come già detto, parla prima la regista in Francese, e poi l’attore, in Italiano, ed è un dolce addio dello scrittore premio Nobel, all’Italia, ed in particolare alla città di Napoli. Parla di scrittori, fondamentalmente. Di Virgilio, di cui rivendica, in quanto, come francese, anche lui neo-latino, una certa discendenza, ma anche di Leopardi, di cui conserva un calco nel suo studio, e spesso i visitatori lo scambiano per Pascal. Di Ariosto e Tasso, oramai obsoleti, seppur grandi; si spertica in lodi per Dante, l’attualissimo Dante Alighieri, amato anche in Francia e nel mondo intero.
Si sofferma sull’incontro con D’Annunzio, (di inaspettata attualità, dopo le polemiche sulla statua triestina), di cui confessa una punta di gelosia, a causa dell’interesse per il Vate di due belle Americane, ma non gli risparmia accuse di arroganza e supponenza, quando afferma che si, è colpevole di plagio, ma che, in sostanza “Lui è così grande da poterselo permettere”. E poi ancora ammirazione per l’Italia, così vasta e varia, per storia e per cultura. E finanche paesaggisticamente.
La serata continua sulla terrazza superiore, dove saremo allietati dalla musica della dj Aldoina Filangeri, che ci fa ascoltare brani di musica francese, da Serge Gainsbourg a Françoise Hardy. Viene offerto un ricco buffet, in perfetto sincretismo tra le due culture gastronomiche, Napoletana e Francese. Il tutto bagnato con ottimi vini. Da notare, immancabile per gli amici Transalpini, un magnifico formaggio Camembert, e la risposta napoletana, con pizzette d’artista. Il maestro pizzaiolo Guglielmo Vuolo con le sue pizzette fritte (montanare), impastate rigorosamente con acqua di mare, senza sale aggiunto, coadiuvato dallo chef Mario Avallone, che le ricopre con una crema di ricotta, menta e aceto di mele, sormontate da alici in carpione. Come amava Alexandre Dumas (sempre lui).
La serata si conclude con un ballo in costume. La Società di Danza Napoli si esibisce in una Quadriglia Francese, Valzer, ed altre coreografie ottocentesche, in abiti originali dell’epoca. Brani lirici cantati dal soprano Leontina Alvano, tratti dal “Sansone e Dalila”. E poi il taglio della torta ed il brindisi finale, con…. champagne rigorosamente francese.
Ma le attività di celebrazione del Centenario non si esauriscono qui, come ci sono già stati incontri con Toni Servillo ed Ernest Pignon-Ernest, la cui mostra è stata raccontata sul numero di QdN dell’8 marzo scorso, le proiezioni e gli incontri, aperti a tutti, continuano. Nella sede di via Crispi ed altrove.