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“MARTIN EDEN” – Capolavoro Partenoepo: Dalla California a Napoli alla Coppa Volpi a Venezia 2019.

Scritto da Francesco Verdosci Il . Inserito in Cinema & TV

martin eden luca marinelli

Più di 10 mila sono i kilometri percorsi da questo capolavoro made in Partenope ma tratto da uno dei più intensi romanzi dello scrittore statunitense Jack London. Dalla California a Napoli, passando per la standing ovation all’appena trascorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, durante la quale il protagonista Luca Marinelli ha ricevuto l’ambitissima Coppa Volpi.


Ambientato appunto a Oakland nei primi del ‘900, gli autori del film – il regista Pietro Marcello e lo sceneggiatore Maurizio Braucci – lo traspongono ambiziosamente e coraggiosamente sia cronologicamente, perché spaziano per tutto il ‘900 giocando con la storia del nostro paese, sia geograficamente perché lo ambientano in una Napoli quanto mai magica ed affascinante, quasi senza tempo. “Napoli è stato il vero valore aggiunto di questo Film” - come dichiarato dal protagonista Luca Marinelli; una città di mare che guarda sempre con grande ispirazione e speranza verso il mare, esattamente come Martin Eden, giovane marinaio che però decide di fare della cultura la sua barca, dirigendone la prua e le vele verso i lidi del riscatto sociale e dell’indipendenza.


Il “Martin Eden made in Italy” che attraversa l’oceano del Novecento è un liberissimo ma ugualmente potentissimo adattamento dell’opera letteraria di Jack London che, attingendo a piene mani dalla nostra storia e cultura italiana prima e napoletana poi, ci regala l’emozionante racconto della vita di uno dei personaggi più significativi della letteratura mondiale. D’altronde ci può essere qualcosa di più emozionante, potente e struggente della vita di un giovane marinaio che sogna di diventare scrittore?


Tratta dall’omonimo best seller pubblicato nel 1909, la pellicola uscita nelle sale cinematografiche lo scorso 4 settembre ed interpretata da un Luca Marinelli decisamente in stato di grazia racconta l’intrecciarsi di due ambienti opposti: quello di Martin Eden, umile e squattrinato marinaio e quello di Arturo, giovane affascinante e ricco borghese. Martin salva la vita ad Arturo (interpretato dal bravissimo Giustianino Alpi) che in segno di riconoscenza lo invita nella casa di famiglia. Lì, Martin conoscerà Elena (a cui da corpo e anima la giovane Jessica Cressy), sorella di Arturo, di Martin cui si innamorerà perdutamente e divenendo per lui una vera e propria ossessione ovviamente irraggiungibile: perché Elena è molto bella ma soprattutto è molto ricca, mentre Martin Eden è un marinaio povero in canna e ricco “soltanto”, per così dire, di bei sogni e grandi ambizioni.


Come una nave in panne in mezzo all’oceano che si inabissa inesorabilmente, così fa alla fine l’anima di Martin Eden, restituitaci dalla magistralmente commovente e vibrante interpretazione di Luca Marinelli (astro in ascesa del cinema italiano che meritevolmente ha vinto la Coppa Volpi di questa edizione del festival lagunare), che cola a picco nella confusione del nostro tempo e nella quale in fondo siamo immersi tutti noi. L’unica possibilità per risalire in superficie ed andare avanti è il dubbio, lo sconosciuto e l’ignoto che nel loro mistero divengono vera e propria linfa vitale dell’animo umano che lo proietta verso la conoscenza e dunque verso la salvezza.


Il Martin Eden di questa pellicola ha sicuramente qualche rimando alla “marineria” tipica dei racconti di Joseph Conrad, di Melville e dei personaggi di Patrick O’Brian della saga di Master & Commander, ma proviene da un sostrato narrativo decisamente molto più europeo, molto mediterraneo e molto napoletano soprattutto. Martin diventa quindi una sorta di cartina al tornasole della società attuale ma è anche - e soprattutto – un personaggio archetipico del giovane uomo che si innamora della bellezza e della cultura in particolare, mescolando il tutto ad una grandissima ed inarrestabile voglia di realizzazione personale, di verità e di riscatto sociale. Ovviamente ne rimarrà deluso in parte e pian piano perderà la sua vocazione, come tanti personaggi reali del mondo dello spettacolo che diventano vittime dell’industria culturale – come capitò allo stesso Jack London che traspose la sua esperienza nell’omonimo romanzo, appunto – che dopo aver raggiunto l’apice del successo bruciano la loro anima ed arrivano finanche al suicidio.


Il nostro adattamento di Martin Eden non è solo un racconto di crescita, di formazione, di sogni ed ambizioni di un giovane uomo dei primi del novecento ma è anche un film decisamente politico, che parla del riscatto e del tradimento della classe di appartenenza”. Così descrive la pellicola il suo regista, Pietro Marcello, al suo esordio nel concorso ufficiale della Mostra del cinema d Venezia. In questa riuscitissima ed applauditissima pellicola, Pietro Marcello mescola lo stile del grande sceneggiato all’italiana con il suo raffinatissimo stile documentaristico, tipico dei suoi precedenti e premiatissimi documentari quali “Il Passaggio della Linea” e “Bella e Perduta”. Il risultato è un affascinante e godibilissimo racconto di cinema, sapientemente alchemico dell’imprevisto e dell’imprevedibile.


Buona Visione.