L’ultimo giorno (versi dell’aldilà) di Stefano Fortelli
Stefano Fortelli, autore de “L’ultimo giorno (versi dell’aldilà)”, napoletano sui generis, solo recentemente ha iniziato ad usare la scrittura per fissare su carta le sue riflessioni, sempre più profonde, che vertono maggiormente sul mondo che ci circonda e sulla caducità del tutto.
Sono queste le motivazioni che lo portano a sviluppare la tesi dell’assenza del presente e maturare l'idea di autopubblicare una raccolta di poesie, che sviluppi il tema dell'aldilà in senso più ampio.
Stefano è un poeta emergente ma è conosciuto nel panorama artistico partenopeo con “Ion, Napoli”, un progetto ambizioso e speciale che vede la realizzazione di opere artistiche con l’utilizzo di valvole della televisione.
Molto spesso, nelle poesie della suddetta raccolta, si legge di sentimenti e sensazioni quali: il fluire del tempo e della vita, il rimpianto, la disillusione, la coscienza, l'incertezza e dei tanti quesiti irrisolti che ci portiamo dentro.
Il titolo si riferisce a quello che potrebbe essere un qualsiasi ultimo giorno: di vita, di amore, di libertà, di una amicizia o qualsivoglia altro sentimento, di un ideale o di una condizione, sia essa concreta o spirituale.
L'autore, consapevole di come quest'ultimo giorno si stia irreparabilmente approssimando, ci guida nei risvolti, emotivi o razionali, di chi già si sente l’aldilà di quel momento che decreta una fine.
Le immagini disegnate sono crude, dirette, a volte disturbanti. Ci obbligano a confrontarci con pensieri che troppo spesso siamo portati a rimuovere, temi che rifuggiamo, ma con i quali, gioco forza, verrà il momento di dover fare i conti.
Egli vuole invitarci a viaggiare, per andare a una mostra d’arte, per ammirare un quadro, perché molti sono i colori che governano le poesie di Fortelli.
Il linguaggio utilizzato è moderno, diretto, talvolta disturbante. Il lettore si sentirà emotivamente coinvolto e non potrà rimanere indifferente di fronte alla profondità dei versi.
Le parole del poeta hanno un peso specifico, non sono messe lì a caso, chiedono di essere esplorate e vissute in tutta la loro malinconia.