“Il Giorno della Marmotta ai Tempi del Virus – La Speranza di un Nuovo Umanesimo” di Carmine Scafa.
Il 2020 è senza dubbio un anno che accomunerà nei ricordi il mondo intero, poiché “qualcosa di infinitamente piccolo è riuscito a sconvolgere la vita di milioni di persone, mettendo sottosopra la nostra quotidianità ed obbligandoci a cambiare ritmi e abitudini”. È giunto il mese di marzo 2020: la pandemia chiamata Covid-19 ha cambiato le nostre libertà, i nostri diritti e forse anche la nostra democrazia.
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È arrivata la tempesta più catastrofica ed improvvisa della storia dell’umanità e l'intero mondo è cambiato di colpo. La pandemia è entrata di sorpresa nelle nostre vite e ci ha costretti a rallentare, anzi ci ha fermati tutti ed è durante questo Stand-by forzato che ci si è resi tutti conto che c’erano da ridisegnare tanto il sistema economico globale quanto i comportamenti degli individui, tanto i rapporti sociali quanto le relazioni fra gli Stati.
E’ però il “durante” la quarantena dovuta alla pandemia - la pausa forzata appunto - che ha ispirato la nascita di questo tanto introspettivo quanto affascinante trattato socio-filosofico-economico dal titolo “il Giorno della Marmotta ai tempi del Virus”, realizzato dall’ineffabile penna di Carmine Scafa, napoletano nato a Torre Annunziata nel 1955, ingegnere ed ex dirigente Finmeccanica, attualmente amministratore della S.E.T e S. ma anche e soprattutto viaggiatore-scrittore-filosofo-conoscitore del Mondo.
Traendo spunto dalla trama e dal titolo di un famosissimo film anni’80 con protagonista il mitico Bill Murray – “Il Giorno della Marmotta”, appunto – che ripeteva incessantemente sempre lo stesso giorno imparando attimo per attimo qualcosa in più su se stesso e sul tracciato che stava percorrendo la sua vita – Carmine Scafa ha magnificamente vergato per il lettore il “suo” giorno della marmotta “pandemico” che è poi quello che ha caratterizzato la nostra vita da quel fatidico Marzo 2020: un giorno dall’andamento decisamente lento, scandito dalla ripetizione di piccole e quotidiane azioni assolutamente semplici ma fondamentali, caratterizzato dalla centralità ritrovata del vivere in famiglia e dell’importanza dell’essenziale rispetto a ciò che nei fatti è sostanzialmente superfluo, del ritrovarsi ad avere molto tempo disponibile tanto per lavorare su noi stessi quanto per le interminabili telefonate e/o videochiamate con gli amici, i parenti lontani, con i colleghi di lavoro; quel lavoro che nel frattempo si è trasfigurato dalla scrivania dell’ufficio ai luoghi più disparati della propria abitazione.
Parte dunque da questo giorno ripetitivo, l’analisi socio-economica-filosofica dell’autore: nulla può più essere come prima, tutto ciò che abbiamo vissuto e che sostanzialmente è ancora in corso, sta portando e porterà a cambiamenti globali epocali in cui tutto è in gioco ed i cui potrebbero anche peggiorare le già aberranti logiche economiche che hanno determinato un ruolo di primissimo piano, come “pensiero unico dominante”, della finanza e del profitto al di sopra di tutto e dunque delle speculazioni politico-finanziare che potrebbero portare così ad un acuirsi tragico delle ingiustizie e dei divari sociali anzi che contrastarli per diminuirli.
Se dunque analizziamo ciò che ci ha colpito e come lo stiamo e lo abbiamo affrontato, le interessantissime pagine di questo trattato ci spiegano come si può e si dovrebbe giungere ad un “Nuovo Umanesimo”, cioè alla ritrovata centralità tanto dell’Uomo quanto del Pianeta su cui vive, in modo da trovare nuove soluzioni per rimediare ai recenti errori ma anche e soprattutto a quelli passati e cambiare radicalmente lo stile di vita che ha portato l’umanità fino al punto in cui non ci si può più non accorgere delle vite quotidiane degli altri e del pianeta che va a rotoli sotto tutti gli aspetti.
Questi aspetti vanno tanto dalla natura quanto a tutto ciò che è più strettamente economico e socio-culturale come, ad esempio, il crescente fenomeno del “Fake Storytelling” – che porta sempre più all’alimentare fantasiose teorie complottiste su ciò che ci è accaduto, su ciò che ci sta accadendo e sulle azioni di coloro che hanno dovuto gestire una situazione del tutto imprevista – ed il suo sfruttamento “economico-sociale” da parte di soggetti che non hanno alcun interesse nella risoluzione dei problemi ma hanno come solo scopo quello di inasprire i conflitti di classe per realizzare qualcosa che non ha nulla a che vedere con gli interessi di quella parte di popolazione che dicono di voler informare e che vive ogni giorno i disagi e le conseguenze devastanti della crisi in corso; sono soggetti, insomma, che usano tali strategie per fare in modo che gli ultimi ed i penultimi della società arrivino a scontrarsi sempre più violentemente, facendo però di fatto gli interessi di quelle classi privilegiate che da questo tipo di conflitti sanno come uscirne vincitrici.
La soluzione a tutto questo – che è anche e soprattutto la speranza del già accennato “Nuovo Umanesimo” auspicata e proposta da quest’analisi approfondita dell’autore - è quella di ritornare a credere fortemente nel progresso tanto tecnologico quanto socio-culturale, politico e filosofico dell’uomo e soprattutto nel non aver paura di esso avendo così paura e scarsa fiducia nell’umanità e dunque in sé stessi.
E’ qui infatti che bisogna assolutamente ritrovare il coraggio di credere in se stessi, di credere nelle possibilità dell’umanità e nella sua forza e determinazione dinanzi alle sfide ed ai cambiamenti epocali che stiamo affrontando e che stanno abbattendo il presente per catapultarci nel prossimo futuro.
Buona Lettura
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