fbpx

Nuova Musica Napoletana - 4° Puntata: Foja

Scritto da Ludovica Ciriello Il . Inserito in Musica

2014.03.05 - NMN 4 Foja

Riprende il viaggio della nostra testata nella scena musicale emergente napoletana. Se la nostra ultima tappa ci aveva portato a scoprire un piccolo angolo di Giamaica nascosto nell’ombra dei vicoli di Montesanto, con questa quarta puntata la strada da fare per i nostri piedi non è troppa.

Rimarremo infatti sempre nel cuore più antico della nostra città. Le nostre orecchie, però, attraverseranno un bel pezzo di mondo per riscoprire la musica folk rock made in U.S.A. che incontra la poesia tronca del dialetto napoletano. Ad aspettarci alla fine di questo viaggio c’è la consapevolezza che Dimane torna ‘o sole, come ci promette il titolo dell’ultimo album dei Foja, storica band della scena indipendente partenopea arrivata oggi alla pubblicazione del suo secondo album. La scelta di fare di questa strofa presa da una traccia del disco il titolo del loro ultimo LP, racchiude in se gran parte del senso di questo progetto artistico, che nello spazio di tredici tracce musicali ci guida lungo un percorso nell’insoddisfazione e nell’incertezza umane senza però mai abbandonarci nella disperazione, ma lasciandoci anzi sempre intravedere un’alba di ottimismo pronta a sorgere.

In questa luce non ancora abbagliante e contornata da ombre notturne di un primo sole che nasce, che è l’ultimo album dei Foja, si muovono, assieme a noi ascoltatori, alcuni tra i musicisti più talentuosi di questa nuova scena musicale partenopea. Ci capita così di incontrare accanto alla voce sempre presente di Dario Sansone, Francesco Di Bella (leader dei 24 Grana), Gino Fastidio (reso celebre dal fortunato format comico di Made in Sud), Claudio Domestico (Gnut, e proprio con lo stesso Sansone componente del gruppo Tarall & Wine) oltre che Mattia Boschi (Marta sui Tubi) e musicisti di assoluto valore come Maurizio Capone o Luigi Scialdone. Abbiamo incontrato, parecchie ore dopo l’alba, ma pur sempre in una mattina, il leader dei Foja Dario Sansone, per scoprire alla luce del sole napoletano come sia nato questo progetto.

Dario come definiresti la musica di questo vostro ultimo album?

Sincera. A prescindere da quella che è la catalogazione musicale dove il rock da cui partiamo, miscelandosi con il dialetto, da vita a questo genere folk – forse ancora di più che nel primo disco, dove le sonorità erano un po’ più dure. Oggi ci siamo ammorbiditi, sarà che stiamo invecchiando. Scherzi a parte, abbiamo fatto un viaggio alla ricerca di delle sonorità presenti nella loro forma più pura nella musica popolare di ogni paese, che oggi chiamiamo folk, ma che in realtà sono suoni che trovano la loro essenza nelle origini della musica africana, perché poi alla fin fine veniamo tutti da lì. Ci sono dei ritmi dei suoni, dei modi di esprimerti e comporre che sono atavici.

Qual è, singolo escluso, il pezzo che in quest’ultimo lavoro senti più tuo?

Credo che in ogni disco ci sia un pezzo sfortunato. E visto che ogni scarafone è bello a mamma soja, per me probabilmente è proprio l’ultima traccia, ‘A canzone do tiempo. Che forse è presto per dire che sia sfortunata, ma a volte magari l’ho sentita come qualcosa di diverso dal resto del disco. Mi piace perché in composizione mi sembra veramente un bel pezzo, anche se magari ad un primo ascolto può sembrare non facilmente appetibile, sicuramente poco moderna. Forse ora che ci penso bene mi piace proprio per questo, perché è una canzone senza tempo, eppure si chiama ‘A canzone do tiempo

Dario Sansone prima di diventare un musicista e un compositore è stato un ascoltatore di…? Quali sono gli autori che in qualche modo hanno segnato la tua crescita umana ancor prima che musicale?

Tantissimi. Io m’innamoro delle canzoni più che dei singoli personaggi, o tutt’al più quando i personaggi coincidono con quello che scrivo. Perché credo prima di tutto nella sincerità, da qui anche la risposta alla tua prima domanda. Da Neil Young a Carosone, da Roberto Murolo fino al grunge anni ‘90 con tutta la scena di Seattle con cui sono cresciuto. E’ un giro molto ampio che passa anche da tanti cantautori, io ho sempre ascoltato un po’ tutto quello che mi fa emozionare, non sono uno da paraocchi, o meglio paraorecchi nel nostro caso. Pensa che anche Tiziano Ferro ha scritto una canzone che mi piace, anche se può sembrare lontano dalla nostra musica, alle volte a prescindere dall’autore, ascolti qualcosa che è scritto bene, ti dice qualcosa, ti trasmette un emozione vera, per me tanto basta.

Hai mai pensato che a volte il dialetto possa essere una forma di espressione limitante per la diffusione della vostra musica? Te la pongo in maniera ancora più difficile: saresti disposto a scendere ad un compromesso linguistico per partecipare ad un festival di grossa risonanza nazionale, come Sanremo?

Ti dirò, io la vedo in maniera completamente diversa. Penso che il dialetto rappresenti per noi una grande forza, e non un limite. La nostra musica, intesa come la grande musica napoletana senza tempo, ha rappresentato e rappresenta ancora, non solo la nostra città ma tutto il nostro paese nel resto del mondo. E’ come la pizza, sono quelle icone partenopee che all’estero sono diventate un simbolo a cui si associa tutta la nostra nazione. E poi per me il napoletano è la maniera più spontanea di comunicare, con quella melodia insita in se stesso che lo rende spesso molto più adatto rispetto all’italiano alla composizione musicale. E ti dirò quando suoni a Trento e fai riscoprire alle persone che il binomio napoletano/musica è molto di più di quello a cui l’hanno ridotto i neomelodici, diventa decisamente un valore in più. Non ci crederai ma è così…

E per quel che riguarda il piccolo gioco che ti proponevo? Vai a Saremo ma se rinunci a…?

Ma se dovessi andare a Sanremo ci andrò per quello che sono e quello che faccio. E sennò nun ce vac’ a Sanremo, c’aggia fa? Io su alcune cose sono scassa cazzo, penso che ci sono cose su cui non puoi fare dei compromessi estremi, altrimenti ne va della credibilità non solo di quello che fai, ma proprio di quello che sei. E poi non è che Sanremo per forza ti cambia la vita, a vot’ ta nguaia pure…

A proposito d’indipendenza, su questo filone rientra anche la scelta di un etichetta, la Fullheads, che mi pare sia indipendente e non associata a grosse Major?

Sempre indipendente guagliò! Sono persone che ci seguono da sempre, con cui c’è una sinergia che difficilmente potresti trovare con delle Major che di te non sanno nulla o quasi, e che magari ti impongono delle scelte che possono essere in profondo contrasto con te e con il tuo modo di fare musica.

Per quel che riguarda invece la parte visiva di quest’esperienza musicale che è il vostro ultimo album chi dobbiamo ringraziare? Di chi è il merito di aver creato questo strano mondo d’immagini animate che da sempre accompagna i Foja nei vostri videoclip e nelle copertine dei vostri album?

Tutto nasce da una collaborazione tra me e Alessandro Rak, nella mia vita io ho sempre avuto due passioni tra cui ancora oggi all’età di 33 anni non so scegliere, una è come sai la musica, l’altra è il disegno. Ancora oggi come puoi notare continuo a dedicarmi con lo stesso impegno a entrambe le cose, capita così che nascano contemporaneamente l’Arte della Felicità, e Dimane torna ‘o sole.

A proposito dell’Arte della Felicità, ma senza allontanarci troppo dai Foja, c’è una grossa differenza nello stile grafico che caratterizza i disegni del film da quelli dei vostri video clip…

Lo stile del lungometraggio animato richiedeva un tratto realistico, che ti porta a dover riprodurre un mondo che tu già conosci e in qualche modo ti impone dei limiti. Lavorare ai video delle canzoni invece ti lascia molta più libertà, possiamo quindi dare ampio sfogo alla nostra immaginazione e far nascere da questo una realtà magica, che è molto diversa dallo stile fumettistico dell’Arte della felicità. A prescindere da questo comunque io amo il disegno in generale, perché grazie ad esso puoi riempire il mondo di una magia difficilmente ottenibile in altri modi.  

Dario chiudiamo questa nostra breve chiacchierata con una domanda che forse ad un genitore non si dovrebbe mai porre, ovvero quale dei tuoi due dischi fin’ora pubblicati preferisci?

Il terzo, quello che deve ancora venire…

 

I Foja sono:

  • Dario Sansone – voce e chitarra
  • Ennio Frongillo – chitarra
  • Giuliano Falcone – basso
  • Gianni Schiattarella – batteria

 

Entrambi i dischi dei Foja, ‘Na storia nova e Dimane torna ‘o sole, sono disponibili nei migliori negozi di dischi o in formato digitale su diversi store online:

 

Per maggiori informazioni, curiosità, i loro video e le prossime date del tour:

 


Leggi le altre puntate di Nuova Musica Napoletana: