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La riapertura della sezione egizia del museo archeologico di Napoli

Scritto da Lorenzo Riccio Il . Inserito in Port'Alba

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Il 7 ottobre 2016 alle 17 riaprirà al pubblico la importante collezione egizia del museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il nuovo allestimento, che si trova sempre nei sotterranei del MANN, è stato articolato per temi. Ci sarà una prima sala introduttiva che spiegherà come si è formata la raccolta, e poi cinque sale dedicate a singoli argomenti: Uomini e Faraoni, La Tomba e il Corredo Funerario, La Mummificazione, Il Mondo magico e religioso, La Scrittura, I Mestieri e l’Egitto in Campania.

Un anniversario che coincide con la restituzione al pubblico della sezione Egizia, tra le più antiche d'Europa, nata prima di quelle del Louvre, dei Musei Vaticani, dell'Egizio di Torino, formata da oggetti rinvenuti a Pompei, Ercolano, Pozzuoli e da raccolte private: il Naoforo Farnese, la collezioni Borgia del Settecento, quella Picchianti risalente all'Ottocento, in tutto 2500 oggetti che vanno dall'Antico Regno (2686 avanti Cristo) all'età greco-romana (395 dopo Cristo). C'è la mummia di una donna vissuta probabilmente a Tebe, tra il 959 e il 924 avanti Cristo, tra la XXI e la XXII Dinastia. I capelli ancora attaccati sul capo, le mani giunte in grembo, il sarcofago decorato in giallo. E statuette, amuleti, scarabei in pasta vitrea, collane, papiri, steli in granito con iscrizioni geroglifiche, piccoli sarcofagi in legno, vasi canopi.

La collezione, chiusa dal 2010, è stata completamente risistemata e le strutture che la ospitano consolidate. Questi lavori faranno si che la sezione Egizia riaprirà negli stessi spazi individuati fin dal 1864. La collezione fu formata con oggetti rinvenuti a Pompei, Ercolano e Pozzuoli e da raccolte private quali la collezioni Borgia del Settecento, quella Picchianti dell’Ottocento e la Farnese.

Già ristrutturata nel 1989, la sezione Egizia conterrà in esposizione migliaia di oggetti che fanno di quella del Museo Archeologico Nazionale di Napoli una delle più importanti Collezioni Egizie d’Italia.

Nuova anche la segnaletica e le cartelle illustrative, realizzate con l’università L’Orientale, nonché i tanti supporti multimediali e il primo catalogo a stampa tematico dedicato alle sezioni museali, a cui hanno lavorato studiosi interni dell'Orientale di Napoli e dell'Egizio di Torino.

Fra una quindicina di giorni riaprirà anche la raccolta epigrafica, un’eccezionale collezione che documenta le lingue preromane dell’Italia centro-meridionale. Ci saranno le iscrizioni dipinte su resti di facciate di domus pompeiane nei primi scavi ed anche importanti lapidi rinvenute a Pompei e Puteoli, oltre alle celebri Tavole di Eraclea.

“L'apertura delle sale dei Culti orientali il 26 giugno - spiega il direttore Giulierini - e della sezione Egizia il 7 ottobre rientra nel progetto Pompei e l'Egitto che l'Archeologico ha sviluppato insieme al Museo egizio di Torino, diretto da Christian Greco e alla Soprintendenza Pompei, guidata da Massimo Osanna. Stiamo lavorando a una convenzione su borse di studio, ricerche e restauri con l'Egizio di Torino. Non a caso la nuova sezione - annuncia Giulierini - costituirà la più importante raccolta del Centro-Sud, elemento catalizzatore di tutte le scuole che vogliono approfondire il tema Egitto senza dover andare a Torino. Anzi, lo stesso Christian Greco ha detto che Napoli costituisce il completamento dell'offerta torinese perché la nostra collezione è solo di origine pre-napoleonica, testimonianza del gusto europeo per l'Egitto prima dell'esplosione dell'egittomania degli inizi dell’Ottocento”.

 

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