Sentenza Cass. Pen. n. 29746/2024: protezione dei lavoratori e responsabilità del datore di lavoro

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Sentenza Cass. Pen. n. 29746/2024: protezione dei lavoratori e responsabilità del datore di lavoro

 

di Luca Orlando

 

La sentenza della III Sezione della Cassazione Penale n. 29746 del 22 luglio 2024 riguarda un lavoratore che, nonostante un’esperienza decennale nell’allevamento di animali, non aveva ricevuto una formazione adeguata e specifica per gestire situazioni di emergenza con animali pericolosi. 

L’incidente, che ha portato al decesso del lavoratore per le gravi ferite riportate, è avvenuto in una stalla senza vie di fuga e con un pavimento reso scivoloso da materiale organico, rendendo impossibile la fuga del lavoratore dall’aggressione dell’animale, che nel caso di specie era un toro. 

La Cassazione ha condannato il datore di lavoro per omicidio colposo, e in particolare ha ribadito che la formazione è obbligatoria anche per i lavoratori esperti. 

Questo principio è stato già sancito in altre sentenze, come la n. 8163 del 2020 e la n. 49593 del 2018, che affermano come l’esperienza non possa mai sostituire l’obbligo di formare adeguatamente i lavoratori.

Il documento di valutazione dei rischi (DVR) prevedeva chiaramente l’obbligo di adottare misure di sicurezza come vie di fuga, ma queste non erano presenti, così come mancavano dispositivi di protezione individuale (DPI).

La difesa sosteneva che l’attacco del toro non fosse prevedibile e che il lavoratore avrebbe potuto scavalcare la recinzione per salvarsi. 

Tuttavia, la Corte ha respinto queste argomentazioni, sottolineando che le condizioni del pavimento e l’assenza di vie di fuga rendevano impossibile una fuga efficace. 

Inoltre, il veterinario presente sul posto, testimone nel processo in questione, aveva avvertito che il toro era irrequieto e sconsigliato di entrare nel recinto, consiglio che il datore di lavoro aveva ignorato, contribuendo indirettamente alla morte del lavoratore.

Anche la richiesta del datore di ottenere una riduzione della pena basata sul presunto risarcimento del danno è stata respinta, poiché non erano state fornite prove documentali sufficienti a dimostrare il pagamento di una somma congrua agli eredi della vittima. 

La Cassazione ha ritenuto adeguata la pena inflitta dalla Corte di Appello di Milano a otto mesi di reclusione, respingendo anche l’argomentazione del datore di lavoro secondo cui la colpa del lavoratore avrebbe dovuto essere presa in considerazione, in quanto non era stato riscontrato alcun concorso di colpa nelle sentenze di merito.

Questa sentenza mette in risalto l’importanza della formazione e delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro, ribadendo la responsabilità del datore di lavoro nella protezione dei propri dipendenti. 

Anche quando i lavoratori possiedono molta esperienza, la formazione specifica è indispensabile, soprattutto in contesti rischiosi come quello degli allevamenti di animali. 

La mancanza di vie di fuga e di adeguate misure di sicurezza non può essere giustificata e rappresenta una grave negligenza che può avere conseguenze tragiche, proprio come è accaduto in questo caso.

“Bianca come il male”: in un libro di Luca Maurelli la caduta all’inferno e la resurrezione di uno psicologo cocainomane

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                                                                                             Comunicato stampa

 

“Bianca come il male”: in un libro di Luca Maurelli 
la caduta all’inferno e la resurrezione di uno psicologo cocainomane continua la lettura….

La Madonna dell’Arco: Fede, Miracoli e Tradizione

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FONTE FOTO: PAPABOYS.ORG

La Madonna dell’Arco: Fede, Miracoli e Tradizione

di Salvatore Russo 

 

La Madonna dell’Arco è una figura venerata nella tradizione religiosa della Campania, in Italia. Il culto di questa Madonna ha origini che risalgono al XV secolo e il suo santuario principale si trova a Sant’Anastasia, vicino a Napoli.

Storia e Origini

La leggenda narra che il culto della Madonna dell’Arco iniziò nel 1450, con il miracolo del Lunedì dell’Angelo. Un uomo, furioso per aver perso una scommessa, scagliò una palla di legno contro l’immagine della Madonna dipinta su un muro vicino a un arco romano, che subito iniziò a sanguinare. Questo evento miracoloso attirò subito la devozione popolare, e nel luogo dell’episodio fu costruita una cappella che col tempo è diventata un santuario di grande importanza.

Il Santuario

Il Santuario della Madonna dell’Arco è uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti della Campania. Il complesso religioso comprende la chiesa principale, costruita nel XVI secolo e ampliata nel corso dei secoli, e diverse altre strutture adibite all’accoglienza dei pellegrini. Ogni anno, durante il Lunedì dell’Angelo, migliaia di fedeli si recano in pellegrinaggio al santuario, molti dei quali compiono il tragitto a piedi come voto di devozione.

Tradizioni e Devozione Popolare

Il pellegrinaggio alla Madonna dell’Arco è caratterizzato da una forte componente di devozione popolare. I fedeli portano ex-voto, oggetti offerti in segno di gratitudine per grazie ricevute, che vanno da piccoli oggetti di metallo a riproduzioni di parti del corpo guarite. Inoltre, è comune vedere fedeli vestiti di bianco, spesso scalzi, che percorrono il tragitto in segno di penitenza.

Aspetti Culturali

La Madonna dell’Arco ha anche un forte legame con la cultura e le tradizioni locali. Le festività associate al santuario comprendono non solo momenti di preghiera e raccoglimento, ma anche manifestazioni folkloristiche e popolari. I “fujenti” o “battenti”, gruppi di devoti che si flagellano in segno di penitenza, sono un esempio di queste pratiche tradizionali. Il termine “fujenti” deriva dal verbo napoletano “fujere,” che significa “correre” o “scappare,” e si riferisce alla tradizione di compiere il pellegrinaggio verso santuari mariani come la Madonna dell’Arco in un modo quasi frenetico, spinti da un fervore religioso intenso.

Significato Religioso

La Madonna dell’Arco rappresenta un esempio significativo di come il culto mariano si sia radicato profondamente nella cultura e nella religiosità del Sud Italia. La sua venerazione riflette la continua ricerca di protezione e intercessione divina da parte dei fedeli, testimoniata dai numerosi miracoli attribuiti alla Madonna e dal perpetuarsi delle tradizioni di pellegrinaggio e devozione.

In conclusione, la Madonna dell’Arco non è solo una figura religiosa, ma anche un simbolo di identità culturale e comunitaria per i devoti della Campania. Il suo culto continua a essere vivo e vitale, perpetuando una tradizione secolare che unisce fede, storia e cultura.